"Everyday, we change the world, but to change the world in a way that means anything, that takes more time than most people have. It never happens all at once. It’s slow. It’s methodical. It is exhausting. We don’t all have the stomach for it".
Cambiare il mondo sembrerebbe essere una cosa che tutti vorremmo fare.
Desideriamo che vengano eliminate le disparità tra le classi sociali, che tutti trovino un lavoro dignitoso per il quale siano qualificati, che i prezzi di beni e servizi siano adeguati al nostro tenore di vita. Alcuni vorrebbero persino che tutti smettessero di mangiare gli animali. Per altri sarebbe sufficiente la pace in ogni angolo del pianeta.
Il problema è: come potremmo mai realizzare tutte queste nobili ambizioni? Se non abbiamo il privilegio di essere dei personaggi influenti della società, e anche per loro è estremamente difficile cambiare i costrutti sociali preesistenti, come possiamo anche soltanto pensare di dare un impatto decisivo, una vera e propria svolta agli eventi? Ed è qui che entra in gioco la tecnologia.
Attenzione, adesso sarò il vostro capitan ovvio: non sto parlando di condividere i nostri, senza dubbio, profondissimi pensieri su Twitter o, peggio, condividere delle improbabili citazioni del Dalai Lama o di Jim Morrison su Facebook.
Sto parlando dei "cyber-hacktivisti". I più famosi sono probabilmente coloro che fanno parte dell'associazione "Anonymous", che tempo fa attaccó Scientology minacciandola, con lo scopo di far chiudere una "chiesa" basata sul prendersi gioco delle disgrazie dei propri adepti. Attraverso i loro video di protesta resero pubblico il loro motto:
"Knowledge is free.We are Anonymous.We are Legion.We do not forgive.We do not forget.Expect us."
Mr Robot inizia facendoci entrare nella quotidianità di Elliot Alderson, un ragazzo impacciato, interpretato da un sempre splendido Rami Malek, che qui è talmente emaciato, pallido e dall'aspetto stanco da renderci ancora più emotivamente coinvolti dalle sue vicende.
Rami Malek nei panni di Elliot Alderson.
Veniamo quindi trasportati dai monologhi di Elliot all'interno della storia e ci sentiamo fin da subito parte di essa, poiché lui ci parla come se fossimo un amico immaginario.
Subito intuiamo che si tratta di un protagonista assolutamente inusuale: man mano che incontriamo i personaggi con cui interagisce, ci spiega che è abituato a "hackerare le vite" delle persone che lo circondano. Scopriamo così che i programmi che cercano di indovinare le password sono estremamente efficaci per lo scopo, e ciò è dovuto a una spiccata ingenuità (per non dire stupidità) dell'americano medio. Il tipico americano che ascolta i Maroon Five, che ha come libro preferito "Decision Points" di George W. Bush, che non guarda altro che i film dei Transformers e della Marvel (de gustibus...) e che accede a tutti i suoi account con la password 123456Seven. Forse si è pure compiaciuto di aver trovato una password talmente geniale.
All'inizio assistiamo a una scena col botto: hackerando la potentissima rete wi-fi di un bar che frequenta, Elliot ha scoperto delle cose sconcertanti sulle preferenze sessuali del proprietario. E, ricattandolo nel suo stesso bar, gli spiega che a lui, dei soldi, non gliene può fregar di meno. Mentre sta uscendo dalla porta vediamo che la polizia sta arrivando per arrestare quel malandrino del proprietario.
In seguito veniamo introdotti alla vita lavorativa del nostro giovane eroe: lavora per un'azienda che si occupa di sicurezza informatica grazie alla biondissima amica d'infanzia, la quale ha un debole per gli americani medi, a quanto pare. La friendzone, insomma, scorre potente in Elliot.
"A me va bene che le cose siano imbarazzanti tra noi due", o l'innegabile giovialità del nostro caro amico.
La principale fonte di reddito di questa ditta è la E-corp, o meglio denominata "Evil Corp": da quando Elliot ci rivela come abbia storpiato il nome di questo conglomerato multi-nazionale, all'improvviso anche tutte le altre persone cominciano a chiamarla così. Viene reso chiaro il fatto che la "realtà" di Elliot, come la vediamo noi, viene filtrata da lui stesso. La Evil Corp detiene il 70% dell'industria creditizia globale, e questa viene ben presto presa di mira da dei misteriosi hacker, che fanno parte di un gruppo chiamato "Fsociety". E sarà proprio Elliot a dover occuparsi di un serio attacco DDoS ai server della Evil Corp: alla fine però, invece di cancellare anche l'ultimo spiraglio del virus, questo gli chiede di lasciarlo al suo posto. Accettando ciò, Elliot si lascia coinvolgere dai tramacci di un misterioso personaggio, Mr. Robot, che dà il nome alla serie.
Non vi tedierò ulteriormente narrandovi altri spezzoni di trama, in giro per internet potete benissimo trovare degli ottimi recap di ogni singolo episodio.
Le mie sensazioni a riguardo sono molto positive, indubbiamente. Non a caso molti paragonano la serie addirittura a Breaking Bad, anche se una stagione non basterebbe per dare una valutazione così alta. Fatto sta che sto già fremendo per la seconda stagione, che arriverà probabilmente la prossima estate... E sto guardando nuovamente la prima per scoprire i (molti) dettagli che mi sono sfuggiti, ma su questi magari tornerò più avanti.
I punti di forza sono, innanzitutto, il fortissimo "legame" che viene creato fin da subito tra spettatore e protagonista, come ho menzionato sopra. Le vicende del nostro amico ci fanno entrare in contatto con lui, e ci illudiamo quasi che questo legame sia vero. Ci sentiamo vicini a Elliot, sia se abbiamo un carattere opposto al suo, sia se condividiamo pienamente le sue prese di posizione. Nei suoi momenti di debolezza vorremmo essere lì, presenti, a confortarlo. Lui stesso ci pone delle domande, certe volte addirittura ci accusa di avergli tenuto nascosti dei segreti, delle cose che non può conoscere pur svolgendo la sua losca attività di hacker. E' innegabile la capacità di sviluppare e raccontare il mondo interiore del protagonista da parte del creatore della serie, Sam Esmail, così come la superba recitazione di tutto il cast, ma in particolar modo quella di Rami Malek. Date tutti i premi dell'universo a quell'uomo, grazie.
Un'altra cosa fantastica della serie è l'influenza che hanno avuto altri film cult e la musica su quest'opera. Ad esempio, quando Elliot deve archiviare tutti i dati di una persona che ha hackerato, crea un cd e scrive sopra il nome di una band e di un cd (The Smashing Pumpkins, The Cure...), é uno stratagemma che mi ha fatto apprezzare ancora di più il tutto.
"Disintegration" sarebbe la colonna perfetta per accompagnare le scene che ricordano una certa persona (spoilah) che deve venire inevitabilmente archiviata.
I riferimenti ai film o ai libri sono ancora più numerosi, e sono sia degli omaggi (ad esempio a Ritorno al futuro) che delle accuse (nel primo episodio viene nominato Hunger Games nel bel mezzo di una critica nei confronti della società).
In ogni caso consiglio fortemente questa perla estiva, in particolar modo a chi ama l'introspezione, ma anche i colpi di scena, che sono parecchi.
Negli Stati Uniti questa serie ha spopolato, vi suggerisco quindi di guardarla subito, prima che esca doppiata in italiano, così in futuro, magari coi vostri nipotini, potrete vantarvi del fatto che ne siete fan da prima che diventasse mainstream.
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