Sto parlando dell'opera di debutto alla regia di Gabriele Mainetti su sceneggiatura di Nicola Guaglianone e Menotti, ossia: Lo Chiamavano Jeeg Robot.
Su questo film avevo una grandissima aspettativa dato che tutti ne hanno sempre parlato bene, più che bene. Ad una prima visione però, devo dire, che il mio entusiasmo si è un po' smorzato data la forte e ovvia connotazione italiana che ha la pellicola. Nei grandi film a tema supereroistico (e non) americani siamo sempre abituati a sentire i dialoghi recitati con una perfetta dizione che non lascia trapelare l'accento di provenienza, mentre qui sentir parlare i protagonisti in romanaccio o napoletano, in un primo momento, rende la percezione della pellicola come qualcosa di poco credibile, va a togliere tutta la serietà che potrebbe avere l'opera, rendendola quasi una parodia di se stessa. Fortunatamente però, la trama, i personaggi e gli attori che li interpretano riescono a farti entrare nell'atmosfera giusta spazzando via questo primo pensiero e donandoti un film di cui andare veramente fieri anche all'estero. Ad una seconda visione sarebbe, poi, impensabile sentire gli attori parlare con una perfetta dizione italiana.
La trama, molto poliziottesca nella più classica tradizione italiana anni 70 (che personalmente apprezzo molto) e farcita ovviamente con elementi supereroistici, narra la storia di un piccolo criminale che vive alla giornata, Enzo interpretato da Claudio Santamaria, che un giorno, scappando dalla polizia si tuffa nelle acque del Tevere dove viene a contatto con delle rifiuti radioattivi che gli donano dei superpoteri. Sfruttando in un primo momento questi poteri a proprio vantaggio, per esempio sradicando bancomat, la trama porta poi il nostro improbabile eroe ad incrociare la strada di un piccolo boss criminale con una grande ambizione, lo Zingaro interpretato da Luca Marinelli. E qui fatemi spendere altre due parole sulla scelta del cast che ho reputato perfetta. Santamaria e Marinelli sono una coppia di antagonisti che non ha nulla da invidiare alle più classiche accoppiate, come ad esempio Batman/Joker.
Ovviamente di mezzo c'è sempre una donna, Alessia interpretata da Ilenia Pastorelli, che, traumatizzata da un'infanzia difficile, si rifugia nel suo cartone animato preferito, Jeeg robot d'acciaio, ed è proprio lei a soprannominare Enzo come il protagonista dell'anime, Hiroshi, essendo anche l'unica a conoscerne l'identità segreta. Tra i due nascerà una storia d'amore distorta, in quanto lui non è capace di relazionarsi con l'altro sesso e lei è indifesa e ferita dai troppi abusi subiti in passato. L'amore che sfocia man mano però è puro, dopo qualche passo falso, ed è impossibile non affezionarsi a loro.
Su come si evolve la storia e sul finale non vi spoilero nulla, vale la pena guardarlo, anche più di una volta e non potrete che rimanere rapiti da questa pellicola che, a mio avviso, può essere un ottimo punto di partenza per rilanciare il cinema italiano dopo una fin troppo lunga permanenza nelle nostre sale di film comici di dubbio gusto e cinepanettoni.
Su come si evolve la storia e sul finale non vi spoilero nulla, vale la pena guardarlo, anche più di una volta e non potrete che rimanere rapiti da questa pellicola che, a mio avviso, può essere un ottimo punto di partenza per rilanciare il cinema italiano dopo una fin troppo lunga permanenza nelle nostre sale di film comici di dubbio gusto e cinepanettoni.
Tirando le somme dovete, si vi obbligo anche con la forza se necessario, a vedere questo film! Supportiamo il cinema italiano quando ne vale la pena e, fidatevi, in questa occasione ne vale tantissimo!
Detto questo io vi saluto e come sempre ci vediamo alla prossima occasione! Ciaooooo!
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