"To the Bone" ci narra la storia di Ellen (Lily Collins), una ventenne dal temperamento artistico affetta da anoressia a uno stadio avanzato. È importante attribuire il giusto peso alle parole: quando parliamo di anoressia ci riferiamo a una vera e propria malattia, che esordisce sotto la forma di uno squilibrio mentale estendendosi progressivamente anche sul piano fisico, e non bisogna usare questo termine per definire, ad esempio, una persona magra di costituzione, perché si rischierebbe di banalizzare un disturbo potenzialmente mortale.
Il film puntualizza, spesso e volentieri, che una persona anoressica ha la totale incapacità di gestire il fabbisogno energetico del proprio corpo e vede il cibo come un nemico da eliminare; la protagonista sa addirittura snocciolare le calorie di ogni alimento che ha sul piatto (ha una sorta di "sindrome di Asperger per le calorie" come viene ironicamente detto dalla sorellastra Kelly). Le scene iniziali ci mostrano come queste due ragazze siano affiatate e amino scherzare insieme, ma a parte questo Ellen ha alle spalle una madre noncurante, un padre totalmente assente e una matrigna che si vergogna a morte di lei e non fa nulla per nasconderlo. Insieme alla matrigna viene deciso, dopo numerosi tentativi falliti, di portarla a farsi curare nella casa famiglia del talentuoso dottor William Beckham (interpretato da Keanu Reeves), nella quale conoscerà diverse ragazze e un ragazzo con problemi alimentari analoghi ai suoi. Ma la strada verso la vita è tortuosa e in salita, ed Ellen potrebbe non farcela.
Nonostante i toni scherzosi e leggeri delle conversazioni ci viene mostrato il crudo disagio della ragazza: l'attrice Lily Collins è dimagrita tantissimo per il ruolo, e alcune scene fanno attorcigliare le budella. Con i vestiti larghi e alla moda all'inizio ci viene presentata come una ragazza cool e affascinante, ma poi la vediamo spogliarsi e ci accorgiamo delle costole sporgenti, della pancia concava, delle scapole affilate come rasoi e così via. Un'altro elemento che mi ha disturbata moltissimo è il fatto che Ellen ogni giorno si misurava i "bicipiti" con il pollice e l'indice, perché il suo obiettivo era che diventassero sottili come il diametro di un doblone: ho ancora i brividi.
Per rispondere alla domanda che ho posto nel titolo di questo articolo, secondo me questo film non è per stomaci deboli. Non so però dire se rischi di rendere "glamour" l'anoressia agli occhi delle persone più sensibili. L'attrice è una ragazza stupenda e, sicuramente, rappresenta un modello a cui le ragazze più giovani vorrebbero assomigliare; però proseguendo con la visione accadono delle cose stomachevoli che farebbero passare la voglia di diventare così magre a chiunque. Forse, se avessero scelto una protagonista meno piacente sarebbero riusciti a rendere meglio l'idea del degrado, a mio parere, ma si sa che l'industria dello spettacolo non è propensa a reclutare attori "bruttini", specialmente in ruoli di un certo rilievo.
Però è doveroso spezzare una lancia a favore dell'attrice, che si è saputa calare magistralmente nel ruolo: in passato ha sofferto di anoressia, è stata molto coraggiosa ad accettare la parte di Ellen (ha affermato in una recente intervista che ci ha pensato bene prima di dire sì, e che spera di contribuire alla causa con la sua interpretazione e grazie alle sue esperienze passate).
D'altronde, questo coraggio è "un pezzo di carbone difficile da mandare giù", analogamente al cibo che sembrerebbe facile da ingoiare, ma non lo è per tutti.
Paperotti cari, vi consiglio la visione innanzitutto del trailer, per capire se faccia al caso vostro, e vi auguro di passare il resto di questa giornata a dir poco afosa al mare, in piscina o comunque in un posto dotato di condizionatore, perché altrimenti vi squaglierete in un batter d'occhio. Ciao!
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