Come avevo già accennato nella nostra pagina Facebook e approfondito in un precedente articolo (QUI), ero molto contrariato sulla scelta di portare al cinema una visione fin troppo goliardica di un supereroe come Shazam, conosciuto in passato col nome di Captain Marvel (curioso come a volte Marvel e DC sembrino d'accordo sulle uscite dei loro film, Shazam che esce poche settimane dopo il Captain Marvel della Marvel, davvero curioso).


Anche l'interazione con Jack Dylan Grazer, che interpreta Freddy, uno dei fratelli adottivi di Billy, l'ho trovata molto azzeccata. Freddy rappresenta una sorta di mentore che introduce Billy nel mondo supereroi, inoltre la coppia ricorda il binomio Seth Cohen e Ryan Atwood di The O.C. e infatti, manco a farlo apposta, nel finale.. SPOILER!!! Tranquilli, non dico nulla per non rovinarvi la più grande e graditissima sorpresa che mi sono gustato alla fine di questa avventura supereroistica.
Il cattivone di turno è stato pescato direttamente degli albori del fumetto di Captain Marvel. Mark Strong, che interpreta il Dott. Sivana, porta su schermo un supercriminale che incarna, nel vero senso della parola, tutto il male del mondo, rappresentato dai sette peccati capitali, regalandoci delle battaglie davvero coreografiche e coinvolgenti.
La trama è molto lineare e forse un po' troppo classica per questo tipo di film. Però nella sua semplicità funziona e soprattutto sfocia in un finale che non mi sarei mai aspettato, o meglio non mi sarei aspettato già nel primo film dedicato a Shazam.
Il tema portante è la famiglia, sia come casa/luogo sicuro in cui rifugiarsi, non a caso Billy e Freddy sono alla costante ricerca di un covo, sia come persone, non necessariamente con legami di sangue, sulle quali si può contare ciecamente nel momento del bisogno.
Ed è grazie a questi due punti che possiamo assistere alla crescita e all'evoluzione del personaggio protagonista, una trasformazione che porta il "bambinone bimbominkia nutelloso" dei trailer a diventare il supereroe maturo e responsabile che possiamo trovare nei fumetti di venti (e più) anni fa. Forse è proprio questo quello che mi ha fatto rivalutare il progetto e mai come in questo caso sono stato felice di dovermi ricredere.
Ed è grazie a questi due punti che possiamo assistere alla crescita e all'evoluzione del personaggio protagonista, una trasformazione che porta il "bambinone bimbominkia nutelloso" dei trailer a diventare il supereroe maturo e responsabile che possiamo trovare nei fumetti di venti (e più) anni fa. Forse è proprio questo quello che mi ha fatto rivalutare il progetto e mai come in questo caso sono stato felice di dovermi ricredere.
Carissimi amici e amiche dello Stagno, anche oggi è arrivato il momento di salutarci.
A me non resta altro da fare che consigliarvi questo film che all'apparenza può sembrare una vaccata ma che in realtà può regalarci emozioni che raramente possiamo trovare nei cinecomics targati DC. Spero che sia il primo di una nuova e lunga serie, una sorta di rinascita per l'universo cinematografico DC. Un saluto, un abbraccio e alla prossima! Santa polenta!
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