Eccoci qui, paperotti, per recensire la nuova stagione di una delle mie serie preferite, che ahimè si è appena conclusa (se volete leggere quella della scorsa stagione cliccate QUI). Saranno delle considerazioni "a caldo", la vastità degli elementi da tenere in considerazione è immensa e mi servirebbe un attento re-watch per recensirla in modo più approfondito. Sam Esmail (il regista e sceneggiatore) è, come sempre, maniacale nei dettagli e, dal mio punto di vista, un genio indiscusso. Per quanto riguarda la trama in sé, invece, nutro diverse perplessità, che vi esporrò nel seguente articolo. Questo per dirvi già da subito che questa recensione sarà oscura e piena di spoiler (cit. Melisandre) quindi, se non avete finito questa stagione e non volete rovinarvi l'effetto sorpresa, vi consiglio di interrompere qui la lettura. Procediamo!
Iniziamo con una piccola curiosità: ogni titolo di ogni episodio è formattato come se fosse un file di un computer; nella seconda stagione ognuno termina con un'estensione che indica un file crittografato. In effetti, questa nuova stagione è a dir poco ermetica, soltanto alla fine vengono date (poche) risposte. È assolutamente legittimo, dato che lo scopo è di tenere alto il livello di attenzione e di attesa del pubblico in vista della terza stagione.
Diciamocelo, questo show va fortissimo: oltre ad aver vinto come miglior serie drammatica ai Golden Globes, sono stati premiati anche Christian Slater (Mr Robot, sempre ai Golden Globes come miglior attore non protagonista), e Rami Malek (Elliot, agli ultimi Emmy Awards, come miglior attore protagonista in una serie drammatica). Per non parlare dell'acclamazione da parte della critica: di Rami, Variety acclama l'espressività dello sguardo e il pathos silenzioso che sa trasmettere allo spettatore un senso di calore inaspettato, e grazie al quale veniamo attirati nel mondo caotico di Elliot. L'Hollywood reporter invece dà risalto alla regia non convenzionale di Esmail, dice che è una delle cose più visivamente notevoli in televisione. Anche da un punto di vista puramente tecnico, è sempre stata lodata la fedeltà al mondo dell'hacking e della sicurezza informatica.
Diciamocelo, questo show va fortissimo: oltre ad aver vinto come miglior serie drammatica ai Golden Globes, sono stati premiati anche Christian Slater (Mr Robot, sempre ai Golden Globes come miglior attore non protagonista), e Rami Malek (Elliot, agli ultimi Emmy Awards, come miglior attore protagonista in una serie drammatica). Per non parlare dell'acclamazione da parte della critica: di Rami, Variety acclama l'espressività dello sguardo e il pathos silenzioso che sa trasmettere allo spettatore un senso di calore inaspettato, e grazie al quale veniamo attirati nel mondo caotico di Elliot. L'Hollywood reporter invece dà risalto alla regia non convenzionale di Esmail, dice che è una delle cose più visivamente notevoli in televisione. Anche da un punto di vista puramente tecnico, è sempre stata lodata la fedeltà al mondo dell'hacking e della sicurezza informatica.
Ho trovato di forte impatto le seguenti scene: il flashback di Tyrell ed Elliot nel parco giochi desolatissimo a Coney Island, con una combinazione di musica ansiogena e di inquadrature quasi claustrofobiche che dà un senso profondo di disagio e, allo stesso tempo, stempera la tensione e fa sentire i due personaggi più vicini. Un'altra situazione al cardiopalma accade quando la fantastica agente Dipierro mostra lo schema (spoiler: con tutte le foto, numeri e dettagli su tutti gli implicati nella super operazione di hacking della Fsociety) a Darlene, la quale rimane sconvolta ma, allo stesso tempo, ammirata.
La scena da sola dà inoltre il titolo agli ultimi due episodi ("Python parte 1 e 2"). Per non parlare della scena alla Fight Club, quando Tyrell dimostra (SPOILERISSIMO) di essere vivo e vegeto, "probabilmente" (nei forum lo mettono perfino in dubbio, ma secondo me il nostro caro Tyrell è reale, e ce l'ha dimostrato fin troppo bene). La narrazione lenta non si dimostra affatto un problema, dato che lascia spazio a giochi registici d'alta maestria, e vengono di conseguenza nascoste bene le parti un po' più deboli della trama. Alla fine, ti fa dubitare in tanti momenti della realtà che ti si presenta davanti, per poi renderti conto di cosa è veramente reale, e ti senti quasi moralmente obbligato a prendere Elliot per il colletto e urlargli che è tutto vero, di non cascare nel tranello opposto a quello che gli viene teso nella stagione precedente. E proprio questi sono i marchi di fabbrica di Mr Robot: la partecipazione dello spettatore, che si sente spessissimo tirato in causa, il fatto che la realtà sia relativa e che il controllo, come recita il trailer, sia un'illusione. Di notevole impatto è la colonna sonora, che spazia dalla musica classica al punk giapponese. Per non parlare degli splendidi theme della serie,
La scena da sola dà inoltre il titolo agli ultimi due episodi ("Python parte 1 e 2"). Per non parlare della scena alla Fight Club, quando Tyrell dimostra (SPOILERISSIMO) di essere vivo e vegeto, "probabilmente" (nei forum lo mettono perfino in dubbio, ma secondo me il nostro caro Tyrell è reale, e ce l'ha dimostrato fin troppo bene). La narrazione lenta non si dimostra affatto un problema, dato che lascia spazio a giochi registici d'alta maestria, e vengono di conseguenza nascoste bene le parti un po' più deboli della trama. Alla fine, ti fa dubitare in tanti momenti della realtà che ti si presenta davanti, per poi renderti conto di cosa è veramente reale, e ti senti quasi moralmente obbligato a prendere Elliot per il colletto e urlargli che è tutto vero, di non cascare nel tranello opposto a quello che gli viene teso nella stagione precedente. E proprio questi sono i marchi di fabbrica di Mr Robot: la partecipazione dello spettatore, che si sente spessissimo tirato in causa, il fatto che la realtà sia relativa e che il controllo, come recita il trailer, sia un'illusione. Di notevole impatto è la colonna sonora, che spazia dalla musica classica al punk giapponese. Per non parlare degli splendidi theme della serie,
Chiudo la chiacchierata sulla regia menzionando la scena dopo i titoli di coda: dico solo che quei due sono spacciati. Dato che compare lo scagnozzo della Dark Army chiedendo "Che ore sono?", potrebbe sembrare una chiusura molto banale, ma per noi fan di Mr Robot ha un significato del tutto particolare.
Il rapporto tra i due padri della rivoluzione è diventato più stretto che mai, e lo stesso attore che interpreta Tyrell dice che le interazioni tra i nostri due eroi sembra quasi far trasparire una certa tensione sessuale. Anche Esmail dice chiaramente che Tyrell ama Elliot, o più precisamente, ama Mr Robot, col quale trova svariati punti di contatto. La cosa interessante è che Tyrell è "il cattivo", ma ha un legame profondo con Elliot, che non è il suo antagonista, anzi. Scopriamo che sono entrambi "perseguitati" dai fantasmi dei rispettivi padri, e questo avrà una certa ripercussione sulla trama. Rispetto alla prima stagione, dove era tutto risucchiato dal carisma di Elliot e di Mr Robot, in questa sono riusciti a rendere interessati anche i personaggi secondari. Vale la pena menzionare: Johanna, sempre più inquietante, malefica, ma con la quale riusciamo, nonostante tutto, a simpatizzare. Darlene, autrice di numerose cazzate dettate dalla paranoia e per la quale abbiamo temuto il peggio. Mobley e Trenton, che faranno probabilmente una brutta fine. La new entry Dominique Dipierro, con la quale da una parte viene del tutto naturale simpatizzare (mi fa tanta tenerezza per il fatto che si senta così disperatamente sola), e dall'altra trovo assolutamente insopportabile la sua attitudine alla manipolazione senza scrupoli. Cosa normalissima, considerando il suo lavoro di agente dell'FBI. Angela, che ha dei grandi piani e si dimostra più capace di quanto credessimo, sia noi che Whiterose. Nella terza stagione credo avrà un ruolo ancora più decisivo. Infine Tyrell, che finalmente rispunta fuori, sempre meravigliosamente psicopatico, ma calcolatore.
Mr Robot, ovvero Elliot 2.0, è altamente distruttivo in questa stagione, e il suo intento di far scoppiare il caos viene palesato nell'ultima puntata. Tutta la stagione è un'attesa, l'attesa di scoprire i piani dei personaggi secondari: i nostri (anti)eroi della Fsociety hanno agito nella prima stagione e adesso, come in una grande e fin troppo reale scacchiera, è il turno di chi ne ha subito le conseguenze: si salvi chi può. Anche Elliot, da un certo punto di vista, sembra essere uno di questi ultimi, dato che non sa cosa sia successo di preciso: la verità la detiene, quasi tutta, Mr Robot. E scoprire la fase due lo manderà (ancor più) fuori di testa. Recita la parte del buono quando, invece, una parte di lui è malvagia quanto Mr Robot. La tendenza all'esaltazione del caos che aveva nella prima stagione, quando voleva distruggere i backup della Steel Mountain facendo esplodere la centrale elettrica nei pressi della struttura, alla fine si è concretizzata.
Concludo rivelandovi che, naturalmente, non vedo l'ora che esca la terza stagione (che è già stata confermata da USA Network), e auguro al regista e a tutti gli attori di vincere altri numerosi e meritatissimi riconoscimenti. Alla prossima recensione!
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