martedì 6 marzo 2018

The Cloverfield Trilogy

Ben trovati carissimi amici e amiche, oggi parliamo di una trilogia un po' atipica.
Con l'occasione della pubblicazione su Netflix di The Cloverfield Paradox sono andato a recuperarmi anche i primi due film, Cloverfield e 10 Cloverfield Lane, e quindi ho pensato di condividere con voi le mie impressioni su questo trittico prodotto da J.J. Abrams.



Cloverfield
Partiamo con il primo film, uscito nelle sale cinematografiche nel 2008, dal titolo Cloverfield. Come molti film dell'epoca, è girato in prima persona, come se fosse un video amatoriale ritrovato dall'esercito dopo l'attacco da parte di un mostro a New York, una cosa sulla falsa riga di Godzilla. La pellicola, infatti, inizia presentando i protagonisti prima con le riprese di una giornata romantica tra Rob (Michael Stahl-David) e Beth (Odette Yustman) per poi spostarsi un mese avanti, come se fosse stato registrato sopra lo stesso nastro, per presentare gli altri ragazzi (tra cui figurano Mike Vogel, il Dale Barbara di Under the Dome, e Lizzy Caplan) durante una festa d'addio per il nuovo lavoro di Rob in Giappone. Questa, una parte fin troppo lunga e che c'entra ben poco con il resto del film, mi ha dato subito l'idea che volesse essere un modo per allungare il brodo già in partenza per poter arrivare alla soglia minima dell'ora e mezza.
Il film, infatti, parte molto lentamente e ci trascina in una New York sotto attacco facendoci però capire ben poco di quello che sta succedendo in realtà, colpevole la scelta registica del found footage. Tutto è molto caotico, con cambi di inquadratura molto rapidi, per rendere al meglio l'idea dell'agitazione del ragazzo, Hud, che si ostina a voler documentare la tragedia nonostante le condizioni avverse in cui si ritrovano lui e i suoi amici. Non c'è molto altro da dire in realtà, il film si sviluppa in modo molto classico mostrando man mano le morti dei protagonisti mentre cercano di raggiungere l'appartamento di Beth dove, quest'ultima, è rimasta intrappolata e cercare di portarla in salvo.
Il film lascia aperte moltissime domande, una su tutte è la provenienza del mostro ma, in un film del genere, pensato per intrattenere senza troppi pensieri può benissimo starci.

Il mostro di Cloverfield


10 Cloverfield Lane
Nel 2016 uscì un nuovo film dal titolo 10 Cloverfield Lane, definito da J.J. Abrams non un sequel di Cloverfield ma più un "fratello di sangue". In realtà per tutta la durata del film non si percepisce alcun collegamento alla pellicola del 2008 e, se si scava un po' più in profondità, si scopre che era stato concepito come un film del tutto indipendente e poi convertito al franchise.
10 Coverfield Lane racconta la storia di Michelle (Mary Elizabeth Winstead, la nostra paperetta del mese di agosto 2016), una ragazza che decide di andarsene da New Orleans lasciando il fidanzato. Durante il viaggio attraverso la Louisiana è vittima di un incidente stradale e si risveglierà in un bunker ammanettata ad un muro. Qui fa la conoscenza di Howard (un magnifico John Goodman) che le spiega come l'abbia soccorsa dopo l'incidente e la mette al corrente degli attacchi nucleari che hanno reso radioattiva e invivibile la superficie. Michelle non è molto convinta dalle spiegazioni e, nonostante le conferme date anche da Emmet, un altro inquilino del bunker, continuerà a dubitare della generosità e della sincerità di Howard, sentendosi rapita e reclusa. 
Noi spettatori ci ritroveremo a condividere le perplessità della protagonista e, anche quando ci verranno forniti indizi sulla veridicità dei fatti, un dubbio ci ronzerà sempre in testa. Solamente negli ultimi dieci minuti ci sono degli elementi che si ricollegano all'universo narrativo di Cloverfield ma, seppure faccia piacere vedere la tragedia dell'invasione aliena da un altro punto di vista e in un'altra zona geografica (perché in questo film, al contrario del primo, si parla esplicitamente di invasione aliena, con tanto di navi spaziali), a parte questo, devo dire che anche come film indipendente sarebbe stato in piedi perfettamente.

La nave spaziale aliena.


The Cloverfield Paradox
E arriviamo ai giorni d'oggi, più o meno un mesetto fa è stato pubblicato su Netflix in contemporanea mondiale il terzo film, dal titolo The Cloverfield Paradox. A quanto pare, anche in questo caso, il film era stato concepito come opera indipendente per poi essere convertita all'universo narrativo di Cloverfiend. E anche in questo caso il film viaggia su binari indipendenti, anche se i riferimenti a Cloverfield si notano più frequentemente rispetto alla pellicola precedente.
La Terra sta terminando le risorse energetiche e le varie nazioni sono sull'orlo di una guerra globale per accaparrarsi le ultime rimaste. Per scongiurare il peggiore degli scenari viene mandata in orbita una stazione spaziale con un acceleratore di particelle che sarà in grado di fornire energia illimitata al pianeta risolvendo una volta per tutte il problema. Sulla Terra, intanto, iniziano a girare teorie sulla pericolosità della struttura e su come possa lacerare il continuum spazio-temporale col rischio di portare nella nostra dimensione esseri mostruosi (ce la spiattellano proprio così apertamente). Dopo due anni di tentativi falliti, finalmente, riescono ad attivare l'acceleratore ma, dopo i primi momenti di gioia, qualcosa va storto e la strumentazione di bordo esplode disattivando nuovamente la struttura.
Questo provoca il tanto complottato squarcio dimensionale che catapulta la stazione spaziale in una dimensione alternativa e, ci lascia intendere, che fa sbarcare i mostri, visti nei film precedenti, sulla Terra. Oltre a trovarsi sperduti nello spazio, l'equipaggio (composto da molti volti noti, tra cui Gugu Mbatha-Raw, la sorella di Martha Jones in Doctor Who e la protagonista di San Junipero in Black Mirror, Chris O'Dowd, Roy di The IT Crowd, e Daniel Brühl, il soldato Zoller di Bastardi Senza Gloria) dovrà fare i conti con altre ostilità del tutto inspiegabili come ad esempio dei vermi che prenderanno possesso del corpo di un ufficiale, un muro che amputa arti e un membro dell'equipaggio disperso della dimensione ospitante, Mina (Elizabeth Debicki, Ayesha di Guardiani della Galassia Vol.2). Alla fine, dopo svariate perdite, i superstiti riusciranno a tornare alla nostra dimensione, ad attivare nuovamente l'acceleratore di particelle e a fare rotta verso il pianeta natale, ignari della minaccia mostruosa che li aspetta.

Il mostro di The Cloverfield Paradox


Tirando le somme, l'unico film dei tre che mi è veramente piaciuto è stato 10 Cloverfield Lane che è stato in grado di tenere sempre alta l'attenzione e la tensione con un susseguirsi di scene mai banali e sempre coerenti. Come dicevo il primo film pecca per una scelta registica molto caotica, mentre il terzo ha una serie di scene senza senso che danno la sensazione di aver voluto allungare il brodo anche se tecnicamente è sicuramente il più curato dei tre.
Se volete sono tutti e tre disponibili su Netflix, quindi, fossi in voi, un pensierino ce lo farei.
Bene, non mi resta altro che salutarvi e darvi appuntamento alla prossima volta! Ciao!









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