domenica 3 giugno 2018

Han SOLO fatto un gran bel film!

Ben ritrovati carissimi amici e carissime amiche dello Stagno. Anche oggi parliamo di cinema e questa volta siamo tornati nella galassia lontana lontana con il secondo film della serie Star Wars Anthology. Si, proprio quelli che hanno come sottotitolo "A Star Wars Story", proprio come Rogue One (all'epoca ne abbiamo parlato QUI). Questa volta andremo ad esplorare il passato di uno dei personaggi più amati della saga in una pellicola che porta il suo nome, SOLO.


Proprio com'era successo con l'episodio VII (all'epoca ne abbiamo parlato QUI), sono stato ancora una volta piacevolmente conquistato dagli interpreti, soprattutto da Alden Ehrenreich, che a vederlo in foto non mi aveva mai suscitato simpatia, invece, dopo averlo visto in azione, devo dire che mi ha convinto e la sua interpretazione del giovane Han è molto fedele all'originale interpretato da Harrison Ford. Si vede che ha studiato molto le movenze e le espressioni di Ford e il risultato è più che apprezzabile. 
Gli altri erano già volti noti, partendo dalla bellissima Emilia Clarke, nei panni del primo amore di Han, Qi'ra, che avrà un ruolo centrale per tutto il film, anche quando non sarà presente fisicamente in scena. Poi troviamo Woody Harrelson nei panni di Beckett, un truffatore interstellare che farà da mentore al giovane Solo, dando preziosi consigli che torneranno utili alla canaglia che noi tutti abbiamo conosciuto sulla trilogia originale. Anche se non la vediamo, e nella versione italiana ovviamente non la sentiamo, c'è anche Phoebe Waller-Bridge, che doppia l'androide L3-37, e devo dire che anche nel doppiaggio nostrano è comunque riconoscibile la firma dell'attrice. Donald Glover interpreta invece una vecchia conoscenza, Lando Calrissian, il vecchio amico/rivale di Han che in episodio V e in episodio VI è stato interpretato da Billy Dee Williams, in questo caso la nuova versione sembra quasi una caricatura dell'originale e devo dire che forse è l'unico che scricchiolava un po' rispetto agli altri. 
E infine Chewbecca, beh che dire? Chewie è sempre Chewie indipendentemente da chi indossa il peloso costume del Wookie. Il primo incontro tra i due, che mi ha ricordato una scena de L'Armata delle Tenebre, ha un che di surreale e allo stesso tempo comico, ma alla fine ti ritrovi a pensare che ci sta!
Il cattivone di turno è stato affidato a Paul Bettany che presta il suo volto a Dryden Vos, una sorta di boss mafioso spaziale affiliato all'Alba Cremisi, la stessa organizzazione per la quale Beckett fa qualche lavoretto, con la quale il giovane Solo si invischierà e che ha a capo un personaggio storico che i meno attenti, io compreso, consideravano morto ma che, secondo il canone creato da libri e serie TV animate, è vivo e vegeto e pronto a tornare, a quanto pare, in uno dei prossimi film, visto il finale aperto di questa storia.


Il film fa il suo lavoro. Intrattiene, diverte e ci permette di rivivere l'atmosfera tanto cara a noi fan di Star Wars. Però, ad essere sincero ci sono stati un paio di punti che mi hanno fatto storcere il naso, come ad esempio l'origine del cognome Solo. Non ho idea di come sia resa in lingua originale ma quando il giovane Han si recluta tra le file imperiali per sfuggire dal suo pianeta natale e gli viene chiesto il cognome, ossia il nome della famiglia, risponde che non ha una famiglia ma che è solo. Ok, quindi Han Solo.............. ok, prendo atto, fa cagare ma prendo atto.
Un altra cosa che non mi è piaciuta è che la parte portante dell'opera è incentrata sulla famosa rotta di Kessel, la famosissima rotta che ha reso celebre Han Solo essendo l'unico ad averla percorsa in meno di 12 parsec. Questa frase con cui viene presentato il personaggio in episodio IV, a mio avviso, doveva rimanere parte del mito di Han Solo. Il chiedersi se fosse solo una voce o se corrispondesse a verità faceva parte del fascino del contrabbandiere e averlo spiegato in un film, secondo me, va a sminuire l'alone di mistero. Almeno sono riusciti a correggere l'errore originale di Lucas dato che il parsec è un'unità di misura di spazio e non di tempo e, effettivamente, mostrano come Han sia riuscito a tagliare la rotta attraverso una zona mai intrapresa da nessuno prima di lui.
Sul finale lasciano anche intendere che la scintilla che darà vita alla resistenza ribelle sia instillata proprio da Han. Bah, mi sembra un po' esagerata ed azzardata come cosa.

Tutto sommato la storia scritta da Jon e Lawrence Kasdan, però, funziona e, come detto prima, fa il suo lavoro intrattenendo e buttando le basi anche per eventuali prossimi film, magari non incentrati nuovamente su Han Solo, ma sicuramente porteranno avanti la story line dell'Alba Cremisi. L'unica mia paura è che la saga possa venire a noia se l'operazione prendesse piede con una mole di film pari a quella della Marvel, paura fondata dai continui annunci di film e trilogie, più o meno interessanti, in programma. Staremo a vedere.
E con questo è tutto! Ci si vede alla prossima paperette e paperotti! Ciao!






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