lunedì 9 settembre 2019

Hype e Day One, questa storia sta sfuggendo di mano

L'estate è ormai finita, le scuole riaprono e tutti i lavoratori sono tornati ai propri posti dopo aver bruciato i pochi giorni a disposizione per rilassarsi. Dall'altra parte, però, ci aspetta una nuova stagione carica di videogiochi in uscita che tutti noi aspettiamo con impazienza.
Oggi volevo parlare proprio di questo, una riflessione di quanto possa essere effettivamente importante aspettare un titolo o se questa è una percezione che man mano ci è stata indotta dall'industria e dal mercato.


Basta farsi un giro sui social per vedere quanto siano massicce le campagne pubblicitarie di certi titoli, quanto di alcuni titoli si sappia volutamente poco o quanto, di altri, si sappia invece fin troppo. Sono campagne di marketing differenti che sono volte, ovviamente, ad invogliare il consumatore all'acquisto. Fin qui nulla di male, direte voi, l'economia funziona proprio così. Allora dove sta il problema? Dove sta la mia critica? In un certo senso, è come viviamo noi tutto questo che è sbagliato.

Ogni giocatore, passa mesi ad aspettare un titolo per poi prenderlo al day one, bruciarlo in uno o due giorni per poi dimenticarsene quasi subito e iniziare a parlarne come un ricordo lontano. Questa cosa è, da un certo punto di vista, sempre successa. Il piacere sta nell'attesa del piacere e non nel piacere stesso. Si vive l'attesa di un'uscita con speranze, paure, promesse, per poi, pad alla mano, scoprire effettivamente se le nostre aspettative sono state soddisfatte o deluse. Ma è una cosa nostra, una cosa personale.


Coi social invece tutto questo è in piazza e il concetto di hype e quello di day one hanno assunto un significato diverso. Si attende un titolo scrivendo sui gruppi e sulle pagine notizie che vengono rimbalzate da siti specializzati, confrontandosi con altre persone in modo finto, a nessuno interessa cosa dicono gli altri, ci preme solo scrivere la nostra opinione. Il day one non è più il primo giorno o comunque un punto di inizio. Il day one è il traguardo, l'arrivo, la fine. Una volta che il titolo è uscito si perde interesse, nessuno ne parla più, è già cosa vecchia. Se nel malaugurato caso tu riesca a mettere le mani su un gioco solamente qualche settimana dopo, sei in ritardo, a nessuno interessa più. Il titolo è ormai un ricordo passato, un'esperienza già vissuta che non dona più emozioni.


Si Perde tempo a star dietro a giochi che devono ancora uscire e non si da peso ai giochi già usciti. E quindi capite che non vale la pena?  I titoli vengono bruciati velocemente per la foga di essere i primi a poterne parlare. Non ci si gode più nulla, è solo una gara ad aspettare il prossimo titolo per consumarlo in fretta ed essere i primi a poter dire di averci giocato, per non essere "quello in ritardo". Questa è l'apoteosi dell'usa e getta!
Quando uscirà Cyberpunk 2077, Death Stranding (dell'hype di questo titolo ne parlai QUI) o The Last of Us pt.2, ci saranno così tante aspettative create in mesi di attesa che probabilmente si rimarrà delusi e ci si concentrerà subito su un'ipotetico sequel o nuovo titolo. Questi, che sono i top al momento, saranno già dimenticati...Wow!

Vi sembra strano un discorso del genere? Vi faccio un paio di esempi.Secondo voi c'è differenza tra spararsi 10 puntate di una serie TV in un giorno e il guardare un episodio al giorno per 10 giorni? La risposta ovvia dovrebbe essere si! Nel secondo caso si ha il tempo di metabolizzare, capire, assaporare. Quindi, logica vuole che è meglio godersi le cose con calma. Un buon whisky va sorseggiato e non buttato giù di schiena.
Vi lascio con questa riflessione. Alla prossima!


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