sabato 12 maggio 2018

La Casa di Carta: una serie imperdibile!

Ben tornati a tutti! Oggi parleremo di una serie TV spagnola che potete trovare sulla piattaforma on-demand di Netflix, La Casa di Carta, sicuramente uno dei contenuti più apprezzati e discussi di questo periodo. Ho da poco terminato di vedere le due parti che compongono la prima stagione e sono qui per condividere con voi le mie impressioni.



La serie, che si dipana su una stagione divisa in due parti per un totale di 22 episodi, narra le gesta (per così dire) di una squadra di rapinatori che occuperanno al zecca di stato per stampare mille milioni di €, riuniti e ingaggiati da un misterioso individuo che si fa chiamare il Professore, che seguirà il colpo dal suo bunker interagendo sia con i rapinatori che con la polizia, sia telefonicamente che, in incognito, fisicamente dando vita ad una sfida di intelletti memorabile.
Ogni personaggio, ognuno con una propria specialità, si chiama con un nome di città. Abbiamo Tokyo, la narratrice della vicenda, esperta rapinatrice a mano armata dal temperamento un po' troppo impulsivo. Berlino, sofisticato criminale messo a capo dell'intera operazione all'interno della zecca. Mosca, abile scassinatore e suo figlio Denver, il classico bulletto che sa il fatto suo. Nairobi, esperta falsaria a cui verrà affidato il compito di seguire la produzione delle banconote. Rio, giovane hacker con una cotta per Tokyo che metterà a rischio l'operazione un paio di volte. Helsinki e Oslo, invece, sono due ex militari ora mercenari ed esperti in armi pesanti.

C'è un po' di Italia in questa serie spagnola.
Vi invito a guardarla per scoprire cosa!


Ma perché mi è piaciuta cosi tanto? Andando ad analizzare bene la serie ci sono molti elementi che richiamano alla mente altre opere che per me, ma anche per molti altri, sono dei cult imprescindibili che hanno formato il mio gusto e giudizio critico.
Le tute rosse indossate dei rapinatori protagonisti visivamente possono essere associate alle divise arancioni indossate dai protagonisti di Misfits, una delle mie serie preferite di sempre (e si, anche le ultime stagione col cambio di cast!), e anche i comportamenti di certi personaggi possono ricordare quelli dell'altra opera. Non sto dicendo che sono delle parodie o delle fotocopie schiaffate su schermo ma, ad esempio, certi atteggiamenti o espressioni di Denver possono ricordare quelle di Nathan, anche se sono due personaggi molto diversi.
I continui flashback alle settimane precedenti al colpo, ai momenti dell'isolamento e alla preparazione dello stesso non possono non portare alla mente le immagini di un grandissimo film di Quentin Tarantino, Le Iene, soprattutto le scene con il Professore alla lavagna che illustra il piano assegnando ruoli e soprannomi, in questo caso nomi di città, ne Le Iene nomi di colori, soprannomi che servono per tenere nascoste le vere identità in modo che, in caso di cattura, non sia possibile fornire informazioni alla polizia.
Tutta la parte di scontro tra il Professore e l'ispettore di polizia Raquel Murillo, ricorda fortemente un anime che ha segnato una generazione con lo scontro tra Kira e L, Death Note.
Le continue strategie di uno previste e smontate dall'altro nel tentativo di portare a casa la vittoria senza commettere errori, sono sicuramente la parte più emozionante della serie e mi ha fatto rivivere le stesse emozioni di quando vidi per la prima volta l'anime. Inoltre, il Professore metterà in atto una strategia per ingannare l'ispettore Murillo che gli sfuggirà un po' di mano dando via ad una story line inaspettata e davvero coinvolgente tanto da instillare nello spettatore mille domande e dubbi che possono essere risolti solamente nel finale.
Questo mix, volutamente o inconsciamente, inserito dall'autore Alex Pina, insieme ad una buona dose di idee originali, è stato l'asso vincente di questa serie che ha riscosso un meritato successo.
Successo che ha spinto la casa di produzione a richiedere una nuova stagione, anche se la storia è conclusa e, devo dire, con un bel finale anche se un po' sopra le righe.

Helsinki, Berlino, Oslo, Nairobi, il Professore, Mosca, Denver, Rio e Tokyo
insieme al modellino della zecca di stato spagnola.

Come dice il titolo di questo articolo, La Casa di Carta è una serie imperdibile che non può essere descritta e analizzata in poche righe. Vi consiglio vivamente di vederla perché, oltre ad avere le carte in regola per competere con le serie d'oltreoceano, è sicuramente una delle migliori serie crime degli ultimi anni. Provare per credere!
Io vi saluto e come sempre vi ringrazio! Ci vediamo presto, ciao!






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