martedì 26 febbraio 2019

Aspettando Shenmue 3

Nonostante sia un grande appassionato di videogiochi mi rendo conto che non li trattiamo proprio spesso qui nello Stagno. Oggi, quindi, invertiamo la tendenza e parliamo di un titolo, o meglio una serie, che sicuramente è tra i più importanti della sua generazione e non solo.
In vista dell'imminente uscita del terzo ed ultimo capitolo, sono andato a recuperare i primi due giochi di Shenmue e vediamo insieme com'è andata!


Mi piacerebbe potervi dire che sono un fan di Shenmue da tempi immemori, cioè dal dicembre del 2000 (data in cui uscì in Europa) ma, purtroppo, all'epoca non possedevo un Dreamcast, sfortunata console di casa SEGA su cui il titolo era uscito in esclusiva. Una decina d'anni fa, proprio per sopperire a questa mia grossa lacuna, acquistai la console in questione ad un prezzo stracciato ma, sfortunatamente, nel lotto non era presente il titolo di Yo Suzuki che tanto agognavo. 
Titolo che negli anni a venire ho fatto fatica a trovare ad un prezzo umano e, nonostante mi sia goduto altri giochi esclusivi degni di nota, la macchia sul mio curriculum videoludico persisteva. Questo fino all'anno scorso quando uscì una riedizione per le piattaforme attuali che conteneva i due capitoli originali. Benché se ne dica, non è una vera e propria remastered. Ok, ci sono delle opzioni che migliorano leggermente il comparto grafico e alcuni controlli sono stati aggiornati ma quello che andiamo a giocare è una riproduzione molto fedele delle opere originali. E così, proprio come era successo con American McGee's Alice (ve ne parlo QUI) e The Legend of Zelda Majora's Mask (QUI), mi ritrovo a mettere finalmente le mani su un gioco che ho aspettato e sognato da tantissimo tempo. Giocare a Shenmue nel 2018/19 può essere traumatico se non lo si fa con la giusta predisposizione, determinazione e consapevolezza del contesto in cui è uscito. A differenza di quanto successo con altre perle piuttosto datate, con Shenmue mi sono trovato piuttosto bene fin da subito, sintomo del buon lavoro di porting che è stato fatto. 
Certo, a volte ci si ritrova incastrati in qualche angolo o non si riesce a centrare la porta o la viuzza in modo ottimale ma, ricordiamoci del passato, succedeva anche con i buoni e cari Resident Evil per la prima PlayStation. E non ho citato Resident Evil a caso, perché il feeling che ho provato mi ha richiamato più volte alla memoria quella serie, soprattutto il capitolo Code: Veronica (guarda caso anch'esso, inizialmente, esclusiva Dreamcast). Se invece vogliamo trovare una controparte più moderna guarderei ai titoli Telltale o al capolavoro dei Dontnod che risponde al nome di Life Is Strange. Si, perché Shenmue è un gioco investigativo, una forma moderna (all'epoca) di avventura grafica in cui il protagonista, Ryo Hazuki (che ha un nome molto simile al suo creatore Yo Suzuki), deve farsi strada per far luce sull'omicidio del padre e vendicarlo. La grossa differenza con le avventure grafiche è che in Shenmue sono previste fasi action in puro stile picchiaduro, senza contare le numerose innovazioni, poi divenute standard per il genere di riferimento e non solo, su tutte i Quick Time Event. Inoltre la possibilità di portare avanti l'avventura intervallandola a quello che è a tutti gli effetti un simulatore di vita è qualcosa che ha sconvolto il pubblico e a cui moltissimi si sono ispirati in seguito.

Lo stile grafico scelto per il terzo capitolo richiama quanto visto nei primi due.
Scelta coerente da un punto di vista estetico ma completamente contraria se pensiamo
che graficamente i primi due erano tra i migliori giochi che si potevano trovare all'epoca.


Ho finito entrambi i titoli andando a sviscerare ogni segreto che poteva nascondersi e posso dire con sicurezza che tra i due ho preferito il primo. Questo nonostante ci siano dei grossi difetti che nel secondo sono stati in parte smussati. Il più grosso, a mio avviso, è la gestione del tempo: nel primo Shenmue mi sono ritrovato più volte a lasciare il gioco avviato (mentre facevo altro) aspettando che arrivasse una determinata ora per trovare un negozio aperto o perché si verificasse un incontro con un personaggio. Nel secondo capitolo hanno aggiunto l'opzione "wait" che permette di far scorrere velocemente il tempo fino all'ora desiderata. 
Un altro punto a favore del primo è l'investigazione e gli enigmi che ho trovato più curati e variegati. Sul primo capitolo mi è capitato più volte di bloccarmi cercando la giusta soluzione, cosa che nel secondo non è mai successo avendolo trovato molto più lineare.
In definitiva, sono due titoli che nonostante il grosso peso degli anni, sono riuscito ad amare e se prima non capivo le reazioni fin troppo euforiche per l'annuncio del terzo capitolo in uscita il prossimo agosto, ora non posso che accodarmi a tali manifestazioni d'amore per un titolo che ha veramente segnato la storia dei videogiochi.





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