mercoledì 10 giugno 2015

Un incubo chiamato Bloodborne

Ciao amici!
Vi ricordate che nel post del 20esimo anniversario di PlayStation (QUI) vi avevo detto che per me la next-gen non era ancora arrivata? Beh.. ADESSO E' ARRIVATA!!!
Sono già passate un paio di settimane da quando ho portato a casa una PlayStation 4, nuova e fiammante, con due dei giochi che reputo un must per questa console: The Witcher 3 e Bloodborne.
The Witcher 3 l'ho iniziato ma è ancora presto per parlarne perchè dal momento in cui ho inserito nel lettore il disco di Bloodborne non c'è stato spazio per altro!!!


Nel post dell' E3 dello scorso anno (QUI) avevo parlato molto brevemente (pure troppo) di questo titolo, vuoi perchè all'epoca non ero ancora informato, vuoi perchè non sono mai stato un gran estimatore dei Dark Souls, ma dentro di me sapevo che sarebbe stato un gioco che sicuramente avrei acquistato, una volta presa una PS4, solo che non avrei mai pensato che mi avrebbe trascinato in una dipendenza pesante come quella che sto vivendo in questo periodo. Anzi, tutti i miei piani sono andati stravolti dato che avevo sempre dichiarato che con PS4 avrei preso The Order, titolo che invece devo ancora recuperare.

Ma con Bloodborne è stato amore a prima vista? Propriamente no.
Questo è un titolo che va capito e il primo approccio può essere traumatico per chi gioca, relativamente, da poco. Nonostante sia un titolo a tutti gli effetti next-gen (grafica e comparto tecnico) lo trovo un titolo molto old-school. Mi spiego meglio: i primi videogiochi usciti (parliamo degli anni 80) non avevano i filmati introduttivi, i tutorial e tutta quella serie di informazioni che possiamo trovare nei giochi di adesso (ovviamente con le dovute eccezioni).
Il giocatore era proiettato nel mondo di turno e stava solamente a lui capire dove bisogna andare, come utilizzare le risorse che dava a disposizione il gioco, come affrontare determinati nemici.
In Bloodborne è lo stesso! Si, certo, c'è un minimo di filmato che introduce la storia ma poi si viene lasciati soli a se stessi: nessun indicatore di direzione, nessun diario che ti informi sulla missione attuale, niente di niente. Prendi, parti e... muori!
Eh si, perchè in Bloodborne si muore e parecchie volte anche! Diciamo che fa parte del gioco, chi conosce la serie di Dark Souls sa bene di cosa sto parlando. Io, come dicevo poco fa, non sono mai stato un grande amante dei Dark Souls, non per qualche motivo in particolare, semplicemente perchè non ho mai avuto modo di giocarli. Solo recentemente ho avuto modo di giocare a Dark Souls 2, trovandolo un gioco adatto solamente a dei veri hardcore gamer (oltre all'elevata difficoltà, a volte pure troppo frustrante, anche per i motivi descritti poco fa).
Bloodborne, da questo punto di vista, l'ho trovato un po' più accessibile rimanendo comunque un gioco in cui il livello di difficoltà è piuttosto alto. Insomma, di sicuro non è adatto a chi è abituato a fare una partitella di un'oretta ogni tanto.

Io per primo, appena cominciato, sono partito sparato come un missile pensando di riuscire a destreggiarmi facilmente tra i mostri del gioco, dovendo constatare, a mio malgrado, che questo titolo non ti perdona niente. Quindi ho cambiato subito approccio! Come nella più classica tradizione dei giochi di ruolo bisogna fare una cosa che può risultare noiosa ma che servirà sicuramente più avanti. LIVELLARE!
Quindi ora mi ritrovo alle porte del quarto boss principale (non molto avanti con la storia) con alle spalle circa una trentina di ore di gioco (che pensandoci ora, non mi sono pesate per nulla).

Spiegare perchè Bloodborne mi ha preso così tanto non è facile. Come ho scritto nel titolo, Bloodborne è un incubo! E' un incubo in cui il giocatore viene scaraventato e, man mano che si prosegue, si crea una disparità di emozioni:
- da una parte vorresti svegliarti perchè c'è un costante stato d'ansia che ti opprime. Il tutto è legato agli Echi del Sangue, unica moneta del gioco che permette sia di comprare armi ed equipaggiamento che di salire di livello. Tenendo conto che ad ogni morte tutti gli Echi guadagnati andranno persi (si possono recuperare tornando nella zona del decesso o sconfiggendo il nemico che ci ha ucciso) si capisce il perchè bisogna sempre tenere l'attenzione molto alta.
- da una parte non vorresti svegliarti mai da quanto bello è il mondo di gioco, la città di Yharnam, dalle architetture gotiche e, a mio avviso, anche con molti richiami vittoriani.
Credo che il fascino stia tutto su questa disparità, un turbinio di emozioni che raramente riesco a trovare oltre, ovviamente, al livello di sfida offerto, cosa ancora più rara nei giochi odierni se non in quelli di casa Nintendo.

la mia performance con uno dei primi boss: Padre Glascoigne

Non sto qui a parlarvi di tutte le altre features di Bloodborne perchè sicuramente le conoscete già o comunque ne hanno già parlato in molti e, a quasi 3 mesi dall'uscita, è inutile ribadirle.
Vi consiglio questo gioco se volete mettervi alla prova con il consiglio di non mollarlo alla prima difficoltà.
Un mio amico l'aveva preso e l'aveva approcciato nel modo sbagliato mollandolo in partenza, con qualche consiglio giusto l'ha ripreso in considerazione ed ora se lo sta godendo tanto quanto me!
Detto questo, torno a giocare a Bloodborne perchè devo fare il culo al boss Vicario Amelia, ormai è una questione personale! Ciriciao gente!!! :)



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