sabato 3 giugno 2017

L'ignobile cancellazione di Sense8

Eccoci qui, stavolta per parlare di un argomento caldo in questi giorni, ovvero la cancellazione di una delle serie di punta di Netflix: Sense8. Nello Stagno non ne abbiamo mai parlato perché aspettavamo di finire la seconda stagione, che a quanto pare sarà anche l'ultima, e il finale non rimarrà aperto... di più! Però l'abbiamo iniziata e ci è piaciuta fin da subito, quindi abbiamo preso malissimo anche noi l'annuncio della cancellazione. Ma vediamo di capire insieme i motivi per i quali molta gente da tutte le parti del globo si sia mobilitata per protestare contro questo affronto. 



Per chi non fosse familiare con questo serial, vi dirò brevemente di cosa parla. Otto persone, provenienti da otto diverse parti del mondo (Chicago, San Francisco, Città del Messico, Seul, Nairobi, Londra/Reykjavik, Berlino e Bombay) scoprono di avere una connessione psichica molto particolare e profonda tra loro. Si ritroveranno infatti a partecipare, a volte in modo casuale e altre volutamente, alle vite e ai sentimenti degli altri "Sensate". 
Quest'idea di fondo viene sviluppata attraverso numerose scene dall'alto contenuto emotivo e registico, e fa partecipare lo spettatore quasi come fosse un "nono Sensate". 
I protagonisti, inoltre, sono tutti affascinanti nel vero senso della parola, poiché risulta facile empatizzare con loro. Degni di nota sono i protagonisti LGBT: l'attore spagnolo omosessuale Lito e la hacker transessuale Nomi, che conferiscono una profondità particolare alla serie tv. Queste loro caratteristiche vengono "normalizzate", e penso che questa normalizzazione sia fondamentale per lo sviluppo di una coscienza empatica, priva di inutili barriere di pregiudizio, negli spettatori. 
Oltre a questa componente decisamente pro-LGBT, i temi trattati sono numerosi: senza entrare nel dettaglio, verranno spesso esorcizzati la violenza, la solitudine e il male di vivere di alcuni protagonisti, e verranno invece amplificati, perché condivisi, momenti come gli atti d'amore, i festeggiamenti per un avvenimento importante o i ricordi felici.

In aggiunta, esiste una trama orizzontale e "classica": i Sensate vengono presi di mira da una (o più?) organizzazioni che li vogliono morti, e verranno braccati da persone con poteri simili ai loro, mentre altri provvederanno ad aiutarli. 
Il problema è proprio scoprire di chi ci si possa fidare e di chi no. Ed è proprio qui che arriva la rabbia per l'ingiusta cancellazione: a quanto pare la trama orizzontale rimane ben aperta alla fine della seconda stagione, che senso avrebbe lasciare tutte le domande che lo show ha posto senza una valida risposta? E inoltre, perché smettere di produrre una serie tv che ha avuto innumerevoli feedback positivi da parte degli utenti di Netflix? E ancora, è stata "pompata" come serie ammiraglia della piattaforma di streaming, alla pari di titoli come Orange is the New Black e Stranger Things, quali problemi denoterebbe questo improvviso cambio di rotta? 

A quanto pare, una motivazione è il fatto che la serie abbia altissimi costi di realizzazione, il che è facilmente comprensibile, dato che le scene vengono girate in otto/nove posti diversi sparsi per il mondo, però questa risposta non convince molto né noi né altri milioni di fan. Non credo nemmeno che sia la serie più costosa che abbiano mai realizzato, basti pensare a The Crown, che costa a Netflix circa 130 milioni di dollari per stagione ed è considerata la più dispendiosa di sempre (se volete approfondire l'argomento, seguite questo link). Quasi sicuramente gli introiti derivati dalla vendita dei diritti ad altre emittenti di Sense8 non bastano per coprirne le spese, oppure avranno registrato una significativa diminuzione di visualizzazioni (come è successo con Marco Polo o con The Get Down), anche rispetto alle altre serie originali Netflix. Fatto sta che Sense8 è, secondo la mia opinione, un prodotto di nicchia, ossia per coloro che prediligono l'introspezione alla mera azione, che non temono un lento sviluppo degli eventi e un certo tipo di emotività. Per fortuna questo tipo di spettatori si è rivelato essere numeroso, e si sta facendo sentire a gran voce in questi giorni. Moltissimi minacciano di disdire il proprio abbonamento alla piattaforma, ma non credo serva a molto, la decisione ormai è stata presa. C'è soltanto da sperare che qualcun altro ne acquisisca i diritti per continuare questa storia inimitabile: a quanto pare Amazon Prime Video, che ultimamente sta prendendo piede grazie a titoli come American Gods, sta rubando una buona fetta clienti a Netflix. Speriamo che venga colta la palla al balzo! 



Vi saluto e vi lascio il link alla petizione di Change.org per chiedere il rinnovo di questa serie, della quale, in una società come quella odierna, sentiamo un estremo bisogno.

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