venerdì 1 dicembre 2017

La vendetta di The Punisher

Salve a tutti e benvenuti. Oggi andremo ad esplorare insieme uno degli anti-eroi di casa Marvel che più mi affascina. Solitamente non provo molta simpatia per i militari ma, non mi spiego il perché, con Frank Castle, conosciuto anche come il Punitore o The Punisher, il discorso è diverso. La sua storia mi ha sempre attratto e non potevo di certo farmi scappare l'ultima fatica di Netlfix in collaborazione con la Marvel.


Ma partiamo dal principio, almeno per quel che mi riguarda. Il personaggio di The Punisher non l'ho mai seguito molto su carta ma, a parte qualche storia contenuta in albi presi a caso, ho avuto l'onore di conoscere Frank Castle in una mini serie crossover Marvel/DC in cui combatteva a fianco di Batman nella collana "Le Battaglie del Secolo", per poi rivederlo anche nella serie corale Marvel VS DC e nel conseguente universo Amalgam.
Ma, senza ombra di dubbio, la serie a cui sono maggiormente affezionato è quella del rilancio editoriale noto come Marvel NOW! di fine 2012. Con testi di Greg Rucka e matite dell'italiano Marco Checchetto, la serie, denominata semplicemente The Punisher, vede il nostro antieroe alle prese con un'altra marine a cui è capitata una sorte simile alla sua. Ricordiamo che Frank Castle diventa il Punitore a seguito dell'omicidio della sua famiglia proprio davanti ai suoi occhi. Sfortunatamente per i suoi assassini il proiettile che colpì Castle non fu fatale e, una volta risvegliato dal coma, il marine divenne il giustiziere noto come The Punisher che darà la caccia ai colpevoli facendosi giustizia da solo. In questa serie, come dicevo,  Frank Castle sarà affiancato da Rachel Cole-Alves, un marine che vede il marito e tutta la sua famiglia morire proprio durante la celebrazione del suo matrimonio per una regolazione di conti tra famiglie mafiose.
Questa serie porterà il nostro Punitore ad un altra serie che lo vedrà affiancato da Spider-man e Daredevil: The Omega Effect, serie che intreccia i filoni narrativi dei tre personaggi Marvel e che ha come punto focale della trama un hard-drive contenente informazioni sensibili sulle principali organizzazioni criminali del mondo. Frank vuole entrarne in possesso proprio per aiutare Rachel a scovare gli assassini della sua famiglia. Una storia davvero ben scritta che sicuramente vi appassionerà, vi consiglio di recuperarla (la storia crossover in tre parti la potete trovare interamente nel n. 10 di Devil e i Cavalieri Marvel della Panini Comics).

Spider-man, The Punisher e Daredevil
THE OMEGA EFFECT

Ma tagliamo un po' e cambiamo media. Cinematograficamente parlando possiamo contare tre film su Frank Castle, a mio avviso in una escalation qualitativa. Partendo dal 1989 abbiamo il mitico Dolph Lundgren a vestire per la prima volta i panni del Punitore in una trasposizione non molto fedele alla controparte cartacea dal titolo, pensate un po', The Punisher. Frank non è un marine ma un poliziotto e la sua famiglia ha perso la vita a causa di un bomba destinata a lui, hanno perfino cambiato il nome storico della moglie, senza un vero motivo. Per tutto il film non si presenta nemmeno una volta con la sua "divisa" che lo contraddistingue, ovvero una tenuta completamente nera con un teschio bianco disegnato sul petto. Pensate che nel nostro paese non è stato nemmeno adattato correttamente, si dice proprio per la mancanza di fedeltà con l'originale (mah) e infatti al posto di Il Punitore è stato tradotto con Il Vendicatore.
Nel 2004, in piena sbocciatura della moda sui film su licenza Marvel, partita con gli X-men nel 2000, troviamo nuovamente un film dedicato a Frank Castle e, anche questa volta senza troppo impegno, dal titolo The Punisher. Frank è interpretato da Thomas Jane (che possiamo ricordare in The Mist, ne Il Corvo 2 e, chicca per gli appassionati, come uno dei due agenti della polizia vegana in Scott Pillgrim VS the World) e anche in questa pellicola la trama si discosta non poco dall'originale. Innanzitutto le vicende non sono ambientate a New York, città in cui opera normalmente il Punitore, ma a Tampa, in Florida.
Durante una missione che vede Castle infiltrato in un traffico di armi illegale, viene ucciso il figlio del noto boss della criminalità organizzata Howard Saint (interpretato da John Travolta) e quest'ultimo, per vendicarsi, fa da mandante per l'omicidio dello stesso Frank e di tutta la sua famiglia, che in questa caso comprende anche genitori e altri parenti, tutti insieme in vacanza a Porto Rico. Frank è l'unico sopravvissuto e, manco a dirlo, tornerà in città per regolare i conti a modo proprio. Questo film, a mio avviso, ha lo stesso difetto di Daredevil con Ben Affleck, ha un protagonista azzeccato ma con una storia troppo anni '90 che in alcuni casi riprende delle situazioni al limite della parodia, come ad esempio la scena di combattimento contro Il Russo. Sempre come in Daredevil, però, è apprezzabile il lavoro fatto con i riferimenti al fumetto con numerosi personaggi secondari presi direttamente dalle pagine, come ad esempio i vicini di casa di Frank, Jean detta Mouse,  Mr. Bumpo e Spacker Dave o anche lo stesso sicario noto come Il Russo .
Nel 2008 infine abbiamo un nuovo film dal titolo, stavolta, Punisher - Zona di Guerra (Punisher: War Zone). Nonostante non facciano rivedere le origini del personaggio, si tratta di un reboot, e non di un sequel diretto della pellicola del 2004, dato che nei flashback si vede benissimo che la famiglia di Castle, come in originale composta dalla moglie e dai due figli, viene uccisa durante un pic-nic al parco. Inoltre la città in cui si svolgono le vicende è proprio New York. Frank è interpretato da Ray Stevenson, secondo me l'attore più somigliante al classico Punitore dei fumetti, soprattutto dell'epoca che va dalla fine degli anni '80 ai '90. Il cattivone di turno è una vecchia conoscenza per i fan del fumetto, ovvero Billy Russo (in questo caso Russotti, probabilmente per accentuare l'origine italiana che ha in questo film) detto il Bello.
La trama, oltre a far vedere le origini del super-criminale Mosaico (in originale Jigsaw e in questo adattamento erroneamente chiamato Puzzle) ossia come The Punisher abbia sfigurato il bel faccino di Russotti  rendendolo una sorta di mostro di Frankenstein deformato e pieno di cicatrici, ci farà vedere un Frank distrutto da un errore imperdonabile. Infatti, durante la caccia ai membri di una famiglia mafiosa uccide un agente dell'FBI sotto copertura strappandolo all'affetto dei suoi cari. Da quel momento la sua priorità sarà proteggere la famiglia di questo agente, finita nel mirino di Puzzle arrivando perfino a sacrificare uno dei suoi più preziosi alleati, l'hacker e fornitore Micro, per portare a termine la sua missione. Questo film, che dopo il flop del precedente nel nostro paese non uscì nemmeno al cinema ma direttamente in home-video, è sicuramente la miglior trasposizione del personaggio, sia come fisicità che come caratterizzazione ed emotività. La migliore fino ad ora.


E infatti arriviamo ai giorni nostri con una nuova serie targata Netflix in collaborazione con la Marvel dal titolo (indovinate?) The Punisher. Il personaggio di Frank Castle era già apparso nella seconda stagione di Daredevil (e ne parlammo QUI) e quest'anno, finalmente, può vantare una serie tutta sua.
Che vi devo dire? Di questa ce n'era estremamente bisogno per poter risollevare il nome dell'accoppiata Marvel/Netflix che, dopo Daredevil, stava sfornando dei flop uno dietro l'altro. Jessica Jones, Iron Fist e il corale The Defender (QUI, QUI e QUI) sono infatti dei tristi ricordi per quel che mi riguarda. The Punisher, che vede Jon Bernthal rindossare i neri panni dell'antieroe di casa Marvel, riprende le vicende viste in Daredevil mostrandoci un Frank Castle, che tutti credono morto, in incognito che lavora in un impresa di demolizioni facendosi chiamare Pete Castiglione. Dopo una prima puntata introduttiva che mi aveva dato un'impressione sbagliata, la serie prende una piega molto interessante introducendo nuovi personaggi che però sono ben noti per chi conosce il background del Punitore. Frank verrà contattato da un hacker che si fa chiamare Micro con il quale, dopo qualche attrito iniziale, comincerà a collaborare per smascherare i responsabili dell'omicidio della sua famiglia (non avete mai sentito questa storia, vero?). Contemporaneamente Dinah Madani, un agente dell'Homeland Security, sta indagando su un omicidio avvenuto a Kandahar che sembra coinvolgere alcuni nomi di spicco della CIA, il tutto confermato da un video fornitogli dallo stesso Micro. Tramite flashback veniamo man mano a conoscenza dei retroscena di Kandahar scoprendo che in mezzo è invischiato anche il nostro Frank e il commilitone e amico fraterno Billy Russo (non vi è nuovo questo nome, vero?) che, però, nasconde più di un segreto e ha una vera e propria ossessione per il suo bel visino (chissà chi sarà il nemico della prossima stagione). 
Una serie senza dubbio di altissimo livello che terrà lo spettatore incollato allo schermo puntata dopo puntata, non c'è un solo episodio sottotono e i colpi di scena non mancheranno. Come livello siamo quasi alla pari con la prima stagione di Daredevil, per ora uno standard mai superato né eguagliato. Se vogliamo trovarci un difetto, alla fine, è sempre il solito, troppi pochi riferimenti alle altre serie Marvel/Netflix, in questo caso è il solo il personaggio di Karen Page (la bellissima Deborah Ann Woll) ad unire gli universi narrativi, cosa che trovo sempre assai assurda visto che con tutti gli eroi in circolazione (anche contando solamente quelli targati Netflix) mi sembra impossibile che nessuno si mobiliti quando, ad esempio, scoppiano tre bombe contemporaneamente in tre diversi luoghi di New York, mah.
Parlando dell'attore protagonista, Jon Bernthal, devo dire che la sua interpretazione mi ha convinto parecchio nonostante la mia innata antipatia verso l'attore (eh, rimasugli da The Walking Dead). Jon è riuscito ad incarnare la sofferenza del personaggio in maniera egregia alternando la freddezza del Frank assassino alla dolcezza del Frank padre e marito, cosa che non ho riscontrato né in Lundgreen, né in Jane ma solamente in Stevenson. 

Beh, cosa state aspettando? Andate a recuperare tutto! Trovate tutto su Netflix, anche i tre film citati. A me non resta che salutarvi e darvi appuntamento alla prossima volta! Ciao!

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