lunedì 8 ottobre 2018

Il nuovo Dottore è atterrato! - stagione 11

O forse sarebbe meglio dire che si è schiantato?
In ogni caso, ben tornati carissimi amici e amiche dello Stagno, il giorno tanto atteso è arrivato e finalmente il primo episodio della nuova stagione di Doctor Who è andato in onda.
Quindi basta convenevoli e immergiamoci in questo nuovo inizio!


Come ben sapete, non siamo qui per fare i riassunti delle puntate spacciandoli per recensioni e, a dire il vero, non siamo nemmeno qui per fare recensioni dato che, per quel che mi riguarda, vedo questi post più come un mettere nero su bianco i miei pensieri, esponendoli proprio come si farebbe se stessimo parlando tra amici. Quindi, da dove partire se non dal nuovo Dottore?
Abbiamo già parlato di Jodie Whittaker nei panni del Dottore (QUI al momento dell'annuncio e QUI come paperetta del mese) ma vederla in azione in un episodio completo è tutta un'altra cosa. Ero molto curioso di vedere come avrebbe impersonato questa nuova incarnazione del Dottore e devo dire che sono rimasto molto soddisfatto. La scelta, che in un primo momento aveva spiazzato anche me che avrei preferito che il ruolo fosse assegnato ad un attore di sesso maschile, è stata più che azzeccata e il passaggio è stato molto naturale. Subito, al primo sguardo, lei è il Dottore e su questo non ci piove, tutti i detrattori dovranno farsene una ragione. Le movenze, la parlantina, le cose che dice e come le dice, appartengono tutte al Dottore. Quindi direi prova superata! Brava Jodie!

Anche la scrittura del personaggio è vincente come lo è del resto la scrittura dell'intero episodio e dimostra che il nuovo showrunner, Chris Chibnall, è all'altezza dell'eredità lasciata dai precedenti, due nomi di altissimo livello quali Russel T Davies e Steven Moffat.
Chibnall, che in ambito di Doctor Who avevamo conosciuto in episodi come 42, Dinosaurs on a Spaceship o The Power of Three, ha scritto una storia introduttiva che concentra in un'ora la presentazione del nuovo Dottore, l'introduzione dei nuovi companion e la presentazione di un nuovo nemico. 
L'atmosfera che si respira è diversa sia dall'epoca di Davies che da quella di Moffat, la maggior parte delle scene si svolgono di notte o al buio e, sebbene sia già successo in Doctor Who, l'ho visto come una novità dal punto di vista dello stile. Un'aria più tetra e cupa che però si contrappone alla solarità del nuovo Dottore creando un contrasto che, però, devo dire funziona molto bene. Non mi reputo un grande esperto di regia e fotografia ma la mia impressione è stata molto positiva anche in questo ambito, mi sembra sia stato fatto un ottimo lavoro con i tagli di campo e le luci, e perfino gli effetti visivi mi danno l'idea di essere molto più curati rispetto al passato.
Anche le musiche sono state una sorpresa, in molti già si lamentavano dell'assenza di Murray Gold, storico compositore della serie moderna di Doctor Who, ma devo dire che in questo episodio non se n'è sentita la mancanza così tanto. Le musiche sono cupe e accompagnano bene le scene e la sigla, utilizzata solamente in chiusura coi titoli di coda, ha un sapore molto classico.

Ma parliamo ora dei nuovi companion, anche in questo caso una scelta che ha fatto storcere il naso a parecchi. Non voglio scendere nei dettagli su commenti fatti sulle etnie degli attori, mi sembra impossibile che nel 2018 ci siano ancora persone del genere (purtroppo ce ne sono tantissime) ma focalizziamoci sui loro personaggi. Finalmente, oserei dire, c'è una ventata di novità anche da questo punto di vista. La coppia Dottore e companion ragazza giovane è stata più e più volte collaudata e possiamo dire che, a parte qualche parentesi composta da fidanzato/marito o pelatone robot, la serie moderna è sempre stata abbastanza monotona da questo punto di vista. 
Ad accompagnare il Dottore in queste nuove avventure ci saranno ben tre personaggi, due ragazzi giovani e un signore di mezza età. L'interazione tra di loro e nei confronti del Dottore è stata perfetta e, sebbene si sia appena sfiorata la punta dell'iceberg, sono sicuro che ognuno di loro sarà fondamentale per le nuove avventure, come del resto abbiamo già potuto vedere.
Yaz, la giovane poliziotta interpretata da Mandip Gill, sa il fatto suo in ambito investigativo, ha un ottimo intuito e saprà sicuramente dare man forte al Dottore anche nei ragionamenti più intricati. Graham, interpretato da Bradley Walsh, ha dalla sua parte l'esperienza e il fatto di essere un brontolone fa notare cose che spesso possono sfuggire quando si è concentrati in altro. A chiudere il terzetto abbiamo Ryan, interpretato da Tosin Cole, che tra i tre è sicuramente quello meno dotato ma che ha una predisposizione naturale a mettersi nei guai a causa della sua innata curiosità, senza di lui, del resto, non ci sarebbe stata nemmeno questa avventura. In definitiva abbiamo dei companion solidi e con degli ottimi background che si ritroveranno invischiati con le faccende del Dottore in modo casuale, anche il modo in cui inizieranno il loro viaggio col Dottore è del tutto nuovo e mi è piaciuto molto.

Vedo che mi sto dilungando parecchio ma le cose da dire sono davvero molte tra cui anche il nemico di turno, un mostro alieno del tutto nuovo che risponde al nome di Tzim-Sha della razza aliena degli Stenza. Arriva sul nostro pianeta tramite una capsula (che sembra uno slime di Dragon Quest) per portare a termine una prova che gli permetterà di essere riconosciuto come leader guerriero dalla sua razza, dovrà dare la caccia ad un essere umano selezionato e catturarlo come trofeo. Purtroppo per lui troverà il Dottore e i suoi nuovi amici ad ostacolarlo. Visivamente mi ha convinto, con l'armatura mi ricorda molto la serie Dead Space ma ha anche un che dei classici Ice Warrior, soprattutto senza maschera che nasconde una faccia azzurra tutta tempestata di denti, trofei delle sue vittime. Alcune espressioni facciali non mi hanno convinto ma dopo una più attenta visione devo dire che sono rese così di proposito per far capire che il temibile alieno è in realtà uno dei più incapaci della sua specie.

Due grandi assenti in questo primo episodio sono la sigla, ma come detto prima si recupera coi titoli di coda, e soprattutto il TARDIS. Come abbiamo visto alla fine di Twice Upon a Time (ne abbiamo parlato anche QUI) il TARDIS ha espulso il Dottore dalla sala comandi subito dopo la rigenerazione a l'ha abbandonato mentre precipitava.
Spesso, durante l'episodio, il Dottore ne rimpiange la mancanza e alla fine utilizza la tecnologia degli Stenza per provare a rintracciarlo lasciando un cliffhanger per il prossimo episodio. Anche questa una scelta che, col senno di poi, ho trovato giusta. Mostrare tutto e subito avrebbe tolto il gusto della scoperta e, in questo modo invece, tiene alta l'attenzione anche per il prossimo episodio, anche se, lo sappiamo bene, questo aperitivo non ci è bastato e ne vogliamo assolutamente di più!
A differenza di Eleventh Hour, però, 'sta volta il Dottore non ha potuto fare a meno del suo cacciavite sonico e se ne costruisce uno con vari rottami tra cui quelli della capsula Stenza. Ecco spiegato perché, a differenza dei precedenti, ha un design più artigianale.

Penso di aver detto tutto quello che avevo da dire. Sicuramente torneremo sull'argomento anche più avanti ma, per ora, mi fermo qui. Prova superata a pieni volti per quel che mi riguarda. Questo episodio mi è piaciuto in ogni sua sfaccettatura e sono davvero contento del risultato finale, non vedo l'ora di poter vedere il resto della stagione.
Volevo salutarvi con un paio di immagini random che, secondo me, meritano di far parte di questo articolo ma che per motivi di spazio non sono riuscito ad inserire.
Un abbraccio e un saluto a tutti e alla prossima!



con queste smorfie, Jodie si è guadagnata il mio amore incondizionato!
e pensare che ho letto qualcuno dire che non ha espressioni facciali, mah



semplicemente, separati alla nascita


Tzim-Sha degli Stenza senza elmo
grazie all'oscurità delle scene rende bene




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