Eccoci qui, amici dello Stagno, pronti a recensire il secondo capitolo della saga di Animali Fantastici. Sarà all'altezza dell'apprezzatissimo film che lo precede?
Vi avviso fin da subito che questo articolo sarà pieno di SPOILER, quindi proseguite con la lettura a vostro rischio e pericolo!
Ma andiamo per ordine: la prima cosa che ha lasciato perplessa me e anche molti altri fan, fin dai trailer, è sicuramente l'introduzione dei Maledictus e, in particolare, di Nagini, il fedele serpente di Lord Voldemort. Secondo Pottermore, i Maledictus sono delle persone con una "maledizione di sangue", che sono destinati a rimanere intrappolati, prima o poi, in forma animale, e sono completamente diversi dagli Animagus, che invece si trasformano in un animale quando vogliono. Spero vivamente che abbiano un ruolo d'importanza nei prossimi film della saga, perché in questo Nagini è l'inutilità fatta persona, praticamente l'ombra di Credence (nonostante lei alla fine scelga "il lato chiaro della Forza").
Tra l'altro, non riusciamo ancora a comprendere appieno la natura del loro rapporto, né abbiamo indizi su come sia nato, messo così sembra privo di spessore perché non ben raccontato.
Vi avviso fin da subito che questo articolo sarà pieno di SPOILER, quindi proseguite con la lettura a vostro rischio e pericolo!
Ma andiamo per ordine: la prima cosa che ha lasciato perplessa me e anche molti altri fan, fin dai trailer, è sicuramente l'introduzione dei Maledictus e, in particolare, di Nagini, il fedele serpente di Lord Voldemort. Secondo Pottermore, i Maledictus sono delle persone con una "maledizione di sangue", che sono destinati a rimanere intrappolati, prima o poi, in forma animale, e sono completamente diversi dagli Animagus, che invece si trasformano in un animale quando vogliono. Spero vivamente che abbiano un ruolo d'importanza nei prossimi film della saga, perché in questo Nagini è l'inutilità fatta persona, praticamente l'ombra di Credence (nonostante lei alla fine scelga "il lato chiaro della Forza").
Tra l'altro, non riusciamo ancora a comprendere appieno la natura del loro rapporto, né abbiamo indizi su come sia nato, messo così sembra privo di spessore perché non ben raccontato.


A proposito di personaggi inutili (no, non parlo nemmeno del povero Nicolas Flamel), per quanto mi piaccia Leta Lestrange, mi aspettavo di più da questa strega tanto chiacchierata nel primo capitolo, interpretata da una splendida Zoe Kravitz. Il suo sacrificio finale non ha portato a nulla, e non si è ben capito perché abbia sposato il fratello di Newt quando è, invece, palesemente innamorata di lui, fin dai tempi di Hogwarts.
Un'altra protagonista che ha ci ha fatto innamorare nel primo film e che nel secondo sembra un'altra persona è Queenie. Per quanto possa essere svampita la ragazza, come diavolo fa a unirsi a uno che reputa i Babbani sterco? Sicuramente nei prossimi assisteremo alla sua redenzione, ma quanto é inverosimile il suo percorso? Non ho parole.
Un'altra cosa che salta all'occhio più attento è l'abbigliamento dei maghi dell'epoca. Perché nella saga originale di HP i maghi, nello specifico Silente e la McGranitt (apro una piccola parentesi, l'attrice scelta per la giovane professoressa è totalmente out of character), ma anche i funzionari del ministero, sono vestiti in modo eccentrico, mentre in questa nuova serie di film sono al passo coi tempi in fatto di moda?
Davvero interessante l'idea di inserire animali fantastici
appartenenti alla cultura orientale.
appartenenti alla cultura orientale.
Nonostante tutte queste pecche e incongruenze, devo però dire che il film è più che godibile e mi rifionderei anche subito al cinema: non riesco a smettere di pensarci.
Le cose che mi sono piaciute di più? Sicuramente la spassosissima e dolcissima dichiarazione di Newt a Tina, nella quale lui è imbarazzato all'ennesima potenza e lei sembra avere il potere di Queenie della lettura del pensiero. La sola personalità di Newt vale il prezzo del biglietto, poiché non si tratta del solito eroe attinente ai canoni machisti, bensì l'esatto opposto: è di una tenerezza disarmante. Eddie Redmayne è superbo nel rendere l'eccentricità che fa assomigliare un po' il signor Scamander al Dottore di Doctor Who, e in particolare alla sua undicesima incarnazione, interpretata da Matt Smith.
Gli altri tre attori che rendono I Crimini di Grindelwald spettacolare sono Johnny Depp, Jude Law e Ezra Miller. L'evasione di Grindelwald, all'inizio del film, è perfetta, e Johnny padroneggia con maestria il ruolo di stregone ammaliante e malvagio. In sua contrapposizione troviamo un magnetico Jude Law nei panni di un giovane Albus Silente: la saggezza e l'acume che contraddistinguono Albus sono palesi e ben rappresentate. Ezra Miller (ultimo paperotto del quando capita QUI), che ve lo dico a fare, è bravissimo nel manifestare il tormento che affligge il povero Credence e fa provare una certa empatia nello spettatore. Temo, e tremo, soltanto per come potrebbero andare a finire le cose per lui, e ci sto già male.
Per finire, due ritorni sono stati graditissimi: quello degli animali fantastici ma, soprattutto, quello di Hogwarts. Essendo cresciuta tra quelle torri, quelle scale e quei corridoi, l'effetto nostalgia è stato per me devastante. Senza contare i sapienti richiami inseriti di proposito per far sobbalzare i pottermaniaci sulla poltroncina del cinema, in particolare la scena in cui Silente ripete la lezione sui mollicci già vista ne Il Prigioniero di Azkaban a opera dell'indimenticabile professor Lupin. Non vedo l'ora di vedere altri omaggi di questo genere nei prossimi capitoli.
Nonostante quanto si mormori in rete, il mio giudizio complessivo è più che positivo, spero soltanto che nei prossimi il ritmo rimanga sempre sostenuto, ma che la Warner Bros non ricorra a colpi di scena gratuiti e soprattutto immotivati.
Non ci resta che attendere, ahimé, altri due anni! Alla prossima.
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