venerdì 26 febbraio 2021

Il Cobra Kai non muore mai

Ben ritrovati cari paperotti e care paperette nel vostro Stagno di fiducia! Ultimamente, complice la solita pandemia della quale oramai siamo anche stufi di parlare, le uscite di film/serie TV sono sempre più razionate,  questo comporta la riscoperta di titoli già sdoganati da tempo nelle piattaforme streaming ed eccoci qui dunque a parlarvi di Cobra Kai


Di Cobra Kai, sequel/spin-off della fortunata serie di film The Karate Kid, ve ne parlerò da profana in quanto ho visto una sola volta il primo capitolo della saga, e parliamo svariati anni fa. Quindi la prima domanda sorge spontanea: è adatta anche a chi non ha mai visto le mirabolanti avventure di Daniel-san? Scopriamolo insieme!

Gli avvenimenti narrati in questa serie sono ambientati 34 anni dopo le vicende del primo film e, a sorpresa, il protagonista principale è Johnny Lawrence, lo spietato antagonista di Daniel-san in The Karate Kid. C'è da dire però che i ruoli dei due personaggi si sono letteralmente capovolti: mentre Daniel è diventato un facoltoso venditore di automobili, Johnny ci viene presentato come un "fallito": la serie inizia con il suo licenziamento da un lavoro umile e una conseguente ubriacatura in solitaria nel suo squallido appartamentino, molto simile a quello di Daniel nei film.
L'arrivo del nuovo vicino di casa, Miguel Diaz, giovane liceale preso di mira dai bulli della scuola, risveglierà qualcosa nel nostro Johnny e lo porterà ad aprire un dojo di karate, il Cobra Kai Karate, in memoria della vecchia scuola di karate che lui frequentava da giovane. Daniel, saputa questa notizia e memore di ciò che rappresentava quella scuola rivale ai suoi tempi, decide di fondare un dojo concorrente, il Miyagi-do Karate, che porta il nome del leggendario maestro Miyagi (quello di "metti la cera, togli la cera"). Da una parte abbiamo Daniel che insegna l'ordine, lo zen e le arti marziali usate soltanto a scopo difensivo, mentre dall'altra Johnny che trasmette ai suoi allievi la forza bruta e il mantra "nessuna pietà" con le quali lui stesso è cresciuto.
La forza sta non solo nell'apprendere i lati buoni di Johnny, che lo rendono subito simpatico e lo rinobilitano agli occhi dello spettatore, e i punti dolenti del protagonista dei film, che ce lo fanno un po' odiare, ma anche nel seguire le dinamiche che si creano con i figli/adepti dei due dojo. Il tutto si puà riassumere nel triangolo amoroso tra Samantha LaRusso, figlia di Daniel-san, Robby Keene, figlio naturale di Johnny, e Miguel, pupillo e, diciamo, figlio spirituale di Johnny. 

A beneficio degli smemorati e di coloro che non hanno mai visto i film, sono presenti numerosi flashback con gli spezzoni più salienti nonché altre scene inedite, girate di recente e ovviamente con attori diversi, che svelano anche il background del "cattivissimo" Johnny. Il quale, alla fine, non è altro che la vittima di un cattivo maestro, e proprio questo concetto è la colonna portante di questa serie. L'elemento nostalgia è prepotente ma non eccessivo, secondo me la serie è adatta sia a chi adora The Karate Kid (grazie a tutte le citazioni e i rimandi ai film vi esploderà il cervello dalla gioia), sia a chi è un profano totale.
In quest'ultimo caso, probabilmente vi verrà voglia di rispolverare i vecchi film. Di sicuro non si tratta di un prodotto esclusivo per nostalgici perché è retto da un progetto a più ampio respiro.
I personaggi hanno mille sfaccettature ed è facile empatizzare con loro, ma è semplice anche odiare, ad esempio, Robby, il rancoroso figlio di Johnny (o almeno, lo è stato per la sottoscritta). É commovente vedere Miguel, il primo discepolo del Cobra Kai, seguire un percorso simile a quello di Daniel ma dall'altra parte della "trincea".

Passiamo ai punti dolenti, che sono pochi a dire il vero: come nei film vengono a crearsi situazioni assurde, che negli anni '80 erano probabilmente considerate trascurabili e rendevano il tutto più "magico", mentre adesso il pubblico è di sicuro più precisino ed esigente. Inoltre, è molto buffa la questione che ogni diatriba si debba risolvere con un combattimento, ma Cobra Kai è una serie molto autoironica e sa farti ridere per i suoi eccessi. Fortunatamente l'ho vista quando erano già uscite 3 stagioni, quindi ho fatto una full-immersion in questo mondo, che mi è piaciuto più del previsto.

La cosa che mi ha fatto riflettere di più e, secondo me, il messaggio che secondo me volevano dare gli autori è la percezione dei famosi due lati della stessa medaglia. Impossibile non pensare a Barney Stinson in How I Met Your Mother, quando diceva che il vero Karate Kid che dava il titolo al film era Johnny Lawrence, un giovane appassionato di karate che dovrà vedersela con un bulletto del New Jersey che gli ruba la ragazza e non smette di tormentarlo. Il gioco sta tutto qui, il sentire entrambe le campane, un cambio di punto di vista in cui il protagonista diventa antagonista e viceversa. Ci ritroveremo quindi come ci è già successo su The Last of Us parte 2 a non sapere se fare il tifo per Ellie o per Abby, e quindi se ascoltare la nostalgia e stare dalla parte del Miyagi-Do o capire che tutti hanno le loro ragioni e stare quindi con il Cobra Kai.

Che altro dire? Non posso far altro che consigliarla, non vedo l'ora che esca la quarta stagione!
Io vi saluto e ci diamo appuntamento alla prossima volta! Ciao!

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