sabato 2 settembre 2017

I deliri onirici di Haruki Murakami: una classifica personale - Parte 2

È sempre bello tornare nei mondi murakamiani. Haruki Murakami è un autore prolifico, spesso celebrato per la fantasia e la delicatezza delle sue opere ed è stato candidato più volte al premio Nobel per la letteratura. Il suo cavallo di battaglia è la semplicità, unita a un'oculata armonia delle parole e delle espressioni che utilizza. Armonia che è un concetto fondamentale in Estremo Oriente (l'ideogramma wa "", che significa anche "pace" ed "equilibrio", indica il clan Yamato, famiglia che segnò l'inizio della storia della nazione che oggigiorno conosciamo come Giappone). Di seguito parlerò brevemente delle prime cinque posizioni della mia personalissima classifica, potete trovare le posizioni dalla decima alla sesta cliccando su questo link.


5 - Norwegian Wood

Si tratta del primo libro di Murakami che io abbia mai letto: sono stata attirata dal titolo, che è anche quello di una canzone dei Beatles, per i quali sono in fissa da circa un ventennio. Il romanzo è sostanzialmente un lungo e dettagliato flashback rievocato all'interno di un aereo che, al momento dell'atterraggio, fa partire la traccia che dà il nome al romanzo. Ha inizio così una serie di reminiscenze sul periodo universitario del signor Watanabe, un passato talmente vivido da passare per presente, che non è altro che un percorso di dolore e accettazione dello stesso. Dopo il suicidio dell'amico intimo Kizuki, rimane in stretti rapporti con la ragazza del suicida, Naoko. Quest'ultima è una sorta di ragazza-angelo, in bilico tra vita e morte, un sogno evanescente. Ed è contrapposta a Midori, la sua "quasi-fidanzata", che è schietta e trasparente come Watanabe. Sono come il sole e la luna, il buio e la luce: il protagonista dovrà fare la sua scelta, ben sapendo che le ama entrambe. Un romanzo che parla di crescita e della lotta tra il proprio lato timido e quello estroverso, quello depresso e gioioso, la vita e la morte, arrivando alla conclusione che una cosa non esclude per forza il suo concetto opposto. Lo consiglio vivamente, la profondità dei pensieri e delle tematiche trattate mi hanno colpita nel vivo, e mi hanno fatto capire che la malinconia non è necessariamente un sentimento negativo.

4 - Dance dance dance

Il protagonista è un giornalista freelance la cui caratteristica principale è l'inconcludenza, alla quale sembra destinato. Viene abbandonato dalla moglie e dagli amici, che lo lasceranno in balia di un vuoto incolmabile. Per salvarsi, affronterà un viaggio verso le nevi dell'Hokkaidō, fino al Dolphin Hotel, per cominciare a "danzare", ossia ad andare avanti seguendo la corrente con il proprio ritmo, senza più fermarsi.
Si tratta di un romanzo intriso di filosofia e metafore, che inizia con una ragionata lentezza, per poi farsi sempre più denso di avvenimenti e ricco di personaggi stralunati. Ho impiegato tempi quasi biblici per completarne la lettura, ma non mi è dispiaciuto neanche un po', perché è uno di quei libri che quando smetti di leggerli ti manca, come se fosse un caro amico partito per chissà dove. Come potete notare da alcuni titoli, la musica è fondamentale per Murakami: è il collante tra i vari avvenimenti della storia, anche perché senza di essa l'atto stesso del danzare risulta difficile.

3 - La ragazza dello Sputnik

"Sputnik no koibito" è tra i miei preferiti, nonostante la sua insolita (per gli standard murakamiani) brevità. I protagonisti, stavolta, sono una donna e una ragazza: Myu è un'affascinante importatrice di vini pregiati, Sumire invece una studentessa con l'hobby della scrittura. Le loro vite ci vengono raccontate da un ragazzo senza nome, che si limita a narrare la loro storia e del quale capiamo poche cose, come a esempio il fatto che è innamorato di Sumire. Questo amore non può essere corrisposto perché Sumire, inizialmente, é completamente assorbita dalla sua aspirazione per la scrittura e, di frequente, rimane chiusa nel proprio mondo. In seguito, invece, si infatua di Myu, per la quale inizia a lavorare come segretaria, e diverrà la sua principale aiutante, arrivando perfino a viaggiare con lei. Le cose però non vanno sempre come si vorrebbe, e a questo punto giungiamo a una considerazione che dà il nome al romanzo: Sumire è paragonata allo Sputnik, il primo satellite mandato in orbita intorno alla Terra, un aggregato metallico che, vagando nello spazio, disegna la propria orbita e, seppur incontri dei compagni durante il proprio viaggio, è destinato a rimanere prigioniero della propria solitudine.

2 - L'uccello che girava le viti del mondo

Come "Dance dance dance" è stato mio compagno di vita per molto tempo, e mi sono affezionata a ogni singolo personaggio: Toru Okada, il classico protagonista dalla routine semplice e con una moglie "fuggitiva"; May Kasahara, un'adolescente bizzarra; le misteriose sorelle Creta e Malta, i cui soprannomi mi strappano sempre un sorriso; e infine il tenente Mamiya, un profetico ufficiale dell'esercito che racconta delle storie, accadute durante la guerra, che ti tengono incollato alle pagine per ore.
Mi piace pensare che Morgan (ex Bluvertigo) abbia scritto "Altrove" pensando alla vita del sig. Okada, perché il significato del libro è racchiuso nella canzone: "C'era una volta un ragazzo chiamato pazzo, e diceva sto meglio in un pozzo che su un piedistallo": sì, talvolta il protagonista si cala, nel senso letterale del verbo, in un pozzo di una casa abbandonata perché pensa che lì dentro ci sia una soglia da varcare per entrare in un mondo parallelo, nel quale l'amata moglie è intrappolata per mano del suo subdolo fratello, Noboru Wataya, un politico dall'enorme potere mediatico amato da tutti, eccetto Toru. "É come un brutto sogno che diventa realtà", cantava Morgan, e infatti le azioni che il protagonista compie sembrano appartenere al mondo dei sogni, ma poi si ripercuotono sulla realtà. Senza svelarvi nulla dell'epilogo, vi dico solo che vi perderete nei meandri della sua mente iper-contorta.

1 - 1Q84

Secondo me è la Magnum Opus di Murakami, perché è una storia equilibrata, non eccessivamente onirica, pur mantenendo i temi tanto cari all'autore, ossia la solitudine, i mondi paralleli, l'amore per la musica e la scrittura, gli accurati ritratti psicologici e il sesso come punto d'incontro tra più dimensioni. Il titolo è un omaggio a "1984" di George Orwell, la "Q" del titolo ha la stessa pronuncia del numero nove, in giapponese, e fa anche riferimento al "Question mark" (il punto interrogativo, in inglese). E infatti i misteri da risolvere sono numerosi. Protagonista del romanzo è un potenziale amore mai dimenticato, due vite separate che si rincorrono sul filo di due dimensioni parallele: quella ambientata nel 1984 e quella del 1Q84, anno impercettibilmente diverso dal primo. Per essere consapevoli di essere finiti nel 1Q84 bisogna assicurarsi che nel cielo compaiano due lune invece di una, ma le differenze non finiscono qui...


E con questo articolo concludiamo la top 10 dei libri di uno dei miei autori preferiti. È probabile che in futuro ne parleremo nuovamente, poiché la lista dei suoi romanzi si allunga sempre più, mese dopo mese. Alla prossima, amici!

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