lunedì 6 agosto 2018

Estate bonelliana

Ciao a tutti amici dello Stagno! Finalmente sono arrivate le tanto agognate ferie e questo, fortunatamente, significa molto più tempo libero a disposizione, soprattutto per dedicarsi a letture, in questo caso, tutte nostrane. Come potete evincere dal titolo e dalla foto qui sotto parleremo di due degli eventi fumettistici italiani, a mio avviso, più importanti di questa estate: Dylan Dog - Profondo Nero, storia scritta dalla leggenda vivente Dario Argento e Deadwood Dick, fumetto italiano basato su alcune opere di Joe R. Lansdale.



Entrambe le pubblicazioni sono marchiate Sergio Bonelli Editore, senza dubbio la realtà fumettistica più importante della nostra penisola, che negli ultimi anni ha avuto il coraggio di svecchiare quell'immagine di se che per molti era ancora saldamente ancorata a 30/40 anni fa, ad esempio, come abbiamo visto fare con Dylan Dog (ne parlammo QUI), assegnando nuovi nomi alla direzione delle testate o, come nel caso di Orfani o questo nuovo Deadwood Dick, inaugurando nuovi titoli.

Con la nuova collana Audace, la Bonelli promette di portare nuove mini-serie dal sapore noir nelle edicole di tutta Italia e a dare inizio alle danze sono Michele Masiero e Corrado Mastantuono, rispettivamente autore e disegnatore dei sette volumi che comporranno questo Deadwood Dick, adattamento a fumetti di alcuni racconti di Joe Lansdale sulle gesta di Nat Love, celebre cowboy di colore realmente esistito all'epoca del selvaggio west americano.
Da grande fan di Lansdale devo dire che, nonostante non abbia letto i racconti su cui si basa, la sua firma si riconosce. Tutta la parte iniziale in cui il protagonista si introduce e spiega al lettore cosa andrà a leggere sembra proprio scritta dal texano Joe. Masiero è riuscito a calcare fedelmente lo stile di scrittura di Lansdale, cosa che mi ha fatto innamorare all'istante di questo fumetto che, detta sinceramente, se non avesse avuto quel nome scritto in copertina non avrei mai comprato. I disegni di Mastantuono, poi, accompagnano la narrazione in modo, oserei dire, perfetto. Non sono mai stato un grande estimatore del tratto italiano ma devo dire che, in questo caso, la cosa non mi ha disturbato per nulla. Sono davvero curioso di portare avanti questa serie e, magari in seguito, leggere qualcosa di Lansdale sulla vita di Nat Love, come ad esempio il romanzo Paradise Sky.

L'altro grande evento fumettistico è il numero 383 di Dylan Dog, un albo che sfoggia una copertina metallizzata, anzi, sarebbe meglio dire argentata vista la firma che porta. Dario Argento, il mitico regista e sceneggiatore di capolavori come Profondo Rosso, Suspiria, Inferno e Non Ho Sonno, titoli che hanno aiutato a rendere grande il cinema italiano nel mondo ispirando numerosi registi moderni, incontra un altro grande portavoce dell'horror italiano, Dylan Dog. Appena ho saputo di questo incontro editoriale ho preso d'assalto le edicole della zona e, con svariati giorni di ritardo, sono riuscito a procurarmi il luccicante volumetto. Nei giorni d'attesa non ho potuto fare a meno di leggere certi commenti sui social che si ritenevano delusi dalla storia. Alcuni la ritenevano priva di ispirazione, altri troppo poco splatter, altri lamentavano un mancato colpo di scena (come se fosse obbligatorio). A mio avviso la storia è buona. Certo, non grido al miracolo e, pensiero personale, credo che Argento sia stato spinto a scrivere per Dylan Dog per motivi commerciali e di marketing e non per una passione personale, ripeto, pensiero mio, potrei sbagliarmi, quindi trovo normale che la storia non sia tra le sue punte massime. Però, devo dire, che in ogni caso è un compito fatto bene, grazie anche a Stefano Piani, sceneggiatore di fumetti esperto, che ha affiancato il regista in un media non proprio suo. Comunque sia, lo stile di Argento si riconosce e il caso che coinvolgerà il nostro indagatore dell'incubo sarà interessante anche se, effettivamente, molto lineare. Una cosa che secondo me, invece, rovina l'esperienza sono i disegni di Corrado Roi, disegnatore che non sono mai riuscito a farmi piacere nemmeno in albi precedenti dell'Old Boy, ritornando al discorso sullo stile fumettistico italiano.

Per quest'oggi è tutto! A me non resta altro da fare se non salutarvi e tornare a godermi le meritate ferie cercando, in qualche modo, di sfuggire a questo caldo soffocante!


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